2014-02-10 14:49:06

Pillola del giorno dopo. Cambia la dicitura: da abortivo a contraccettivo. Scienza e Vita: "Una bugia"


Da Farmaco abortivo a contraccettivo. Cambia la dicitura sul foglietto illustrativo della pillola del giorno dopo. La revisione è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Ma nel merito l’opinione della comunità medico-scientifica è ancora spaccata. Il servizio di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Pillola del giorno dopo, si cambia. Solo a parole per il momento, ma se queste vengono scritte nero su bianco sul foglietto illustrativo il loro peso diventa enorme. Nonostante la comunità medico-scientifica sia tutt’altro che unanime a riguardo, sul bugiardino la vecchia dicitura "il farmaco potrebbe anche impedire l'impianto", è stata sostituita con "inibisce o ritarda l'ovulazione". Totale il disaccordo dell’associazione "Scienza e Vita". L'opinione di Bruno Mozzanega, ginecologo, ricercatore dell’Università di Padova:

R. – Nessun bugiardino più di questo ha il dovere di chiamarsi bugiardino, perché riporta una grossa bugia, anche se lo dice l’Aifa, anche se lo dice l’Agenzia europea del farmaco, anche se lo dice la Federazione mondiale dei ginecologi. La letteratura mondiale sperimentale su cui si fondano queste considerazioni evidenzia, con molta chiarezza, che il levonergestrel agisce inibendo l’ovulazione soltanto quando viene dato nel primo dei giorni fertili. In tutti gli altri giorni, ma soprattutto nei preovulatori, che sono i più fertili, tutte le donne studiate ovulano, l’unica cosa è che il corpo luteo, cioè la struttura che poi deve assicurare che l’organismo materno si prepari alla gravidanza, diventa insufficiente o ha una durata molto più breve di quella che servirebbe per preparare l’endometrio all’impianto dell’embrione concepito. Quindi è una grossa bugia.

D. – Secondo voi, quindi, la pillola del giorno dopo impedisce l’impianto e non è un semplice contraccettivo...

R. – Sì, impedisce l’impianto del concepito e quindi non è compatibile con le nostre leggi, che tutelano il concepito e che tutelano la vita umana dal suo inizio e non dall’inizio della gravidanza, che gli americani vorrebbero far cominciare con l’impianto.

D. – E’ grave se in un foglietto illustrativo vengono riportate informazioni non corrette, grave per chi non conosce a sufficienza, anche comprensibilmente, questa materia così difficile...

R. – E’ gravissimo. Credo che sia forse la più grave delle violenze, a parte la violenza fisica, che oggi viene perpetrata nei confronti della popolazione, soprattutto femminile, perché in questo modo si estorce un consenso che non è più informato, ma condizionato dal potere scientifico, o chi altro stia dietro - non lo so - che tende a far passare questi farmaci come anticoncezionali, quando non lo sono, cioè ad alleggerire la responsabilità di un utente. Ma non è un alleggerire la responsabilità dell’utente terminale, è non dargli la possibilità di effettuare una scelta libera, perché gli si dà un’informazione falsa.

D. – A vantaggio di chi?

R. – Ma, io penso a vantaggio di una cultura, che non ha nessun rispetto per la persona sin dai suoi primi istanti, perché non ha nessun rispetto per l’embrione, ma soprattutto non ha nessun rispetto per la verità. A loro pragmaticamente interessa non effettuare interruzioni di gravidanza. Se questo viene fatto a scapito di concepiti nelle prime fasi del loro sviluppo, loro sono del tutto indifferenti a questo meccanismo di azione. Sono gli stessi che fanno la selezione genetica sugli embrioni, sono gli stessi che vogliono utilizzare le cellule embrionali per la sperimentazione. E’ un’anti-cultura, che purtroppo ha il sopravvento in questo momento.

D. – E a questo punto, per quanto riguarda l’obiezione di coscienza, che cosa accadrà a quei farmacisti che da sempre si rifiutano di dare la pillola del giorno dopo a chi la chiede o a quei medici che si rifiutano di prescriverla?

R. – Io mi auguro che si possa serenamente discutere dei meccanismi di azione di questi farmaci e che queste discussioni non vengano limitate ai congressi medici, in cui parlano prevalentemente medici inviati dalla case farmaceutiche. Mi auguro che emerga la verità e che medici e farmacisti, ma soprattutto le donne, vengano tutelati nel proprio diritto a una informazione corretta e onesta affinché possano decidere consapevolmente sia in relazione alle scelte professionali, sia in relazione alle ancora più importanti scelte di vita.







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