Centrafrica: a Bangui ancora violenze. Deputato assassinato
Jean-Emmanuel Ndjaraoua, deputato del parlamento di transizione, è stato assassinato
ieri da non meglio identificati uomini armati al centro di Bangui, poche ore dopo
aver denunciato l’ondata di violenza ai danni dei musulmani. A dare conferma dell’omicidio
mirato è stata la Lega centrafricana dei diritti umani (Lcdh), precisando che l’esponente
del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) è stato raggiunto da otto colpi d’arma
da fuoco esplosi da aggressori in sella a due motociclette. Ndjaraoua, rappresentante
politico della regione della Haute Kotto (sud-est), per lo più abitata da cittadini
di confessione musulmana, stava tornando al suo domicilio, nella quarta circoscrizione
della capitale. Sempre ieri - riferisce l'agenzia Misna - è stata saccheggiata l’abitazione
dell’ex ministro della Giustizia Arsène Sené e un magistrato è stato ferito. In tutto
nel fine settimana altre 10 persone sono rimaste vittime di scontri intercomunitari
che ancora una volta hanno messo a confronto le due principali componenti religiose
del Centrafrica, cristiani e musulmani. Fonti di stampa locale hanno riferito in particolare
del linciaggio di un musulmano nei pressi del mercato centrale, dell’uccisione di
una donna cristiana ma anche di decine di abitazioni, negozi ed edifici saccheggiati
e incendiati, soprattutto nella quinta circoscrizione. L’intervento dei soldati africani
– burundesi e ruandesi – della Misca e quello dei blindati delle truppe francesi di
Sangaris ha consentito solo in parte di arginare l’ondata di vendette incrociate mentre
è proseguito l’esodo di centinaia di musulmani verso i Paesi vicini, Ciad, Camerun
e Congo. E’ in questo contesto di grande instabilità che il comandante della Misca,
il generale camerunense Martin Tumenta Chomua, ha minacciato di “aver ricorso all’uso
della forza” per bloccare le azioni dei gruppi armati. Da Brazzaville, dove ha effettuato
la sua prima visita ufficiale, la presidente di transizione Catherine Samba-Panza
ha dichiarato di “contare molto sul sostegno della regione e della comunità internazionale
per risolvere una situazione difficile sul piano della sicurezza e critica sul piano
umanitario”. La Repubblica del Congo è il Paese mediatore nella crisi centrafricana
nonché principale contributore in truppe nell’ambito della Misca. Il presidente Denis
Sassou Nguesso ha ribadito il proprio appoggio politico, militare e finanziario alla
sua omologa centrafricana, in carica da due settimane. Nel contempo è cominciata la
visita in Africa centrale del ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian, atteso
nei prossimi giorni a Bangui dopo tappe a N’Djamena, Pointe Noire e Brazzaville. Sempre
nel fine settimana Hyacinthe Wodobé, ex ministro ed ex magistrato, è stata nominata
nuovo sindaco di Bangui; una carica di grande responsabilità alla quale è subentrata
alla Samba-Panza. Oltre alla sfida della sicurezza il nuovo sindaco della capitale
è chiamato a far fronte a una grave crisi umanitaria che coinvolge 400.000 persone,
la metà della popolazione. Tra le centinaia di migliaia di sfollati ospitati in 68
campi, edifici religiosi e scuole della capitale a destare maggiore preoccupazione
è la sorte dei bambini, “prime vittime dirette e collaterali” delle violenze. A denunciarlo
è stato il Fondo Onu per l’Infanzia (Unicef) che teme un’ulteriore deteriorarsi delle
condizioni igienico-sanitarie ed umanitarie degli sfollati con il prossimo inizio
della stagione delle piogge. (R.P.)