2014-02-08 08:10:02

“Una visione dell’uomo discriminatoria”: così, i vescovi elvetici sul referendum in Svizzera per un tetto all’immigrazione


Doppia consultazione referendaria domani in Svizzera: immigrazione e coperture dei costi per gli aborti al centro dei quesiti su cui gli elvetici sono chiamati ad esprimersi. Il servizio di Giada Aquilino:RealAudioMP3

E’ stato definito il referendum "contro l'immigrazione di massa". Il quesito voluto dal partito Unione Democratica di Centro, noto per gli accenti xenofobi, chiede di porre limiti al numero dei migranti, fissando tetti massimi al rilascio di permessi per stranieri e richiedenti asilo; previsti contingenti annuali che riguarderanno anche i frontalieri. Di conseguenza, implica la rinegoziazione degli accordi con l’Unione europea che, dal 2002, prevedono la libera circolazione in Svizzera dei cittadini comunitari. Se approvato, il referendum potrebbe avere conseguenze anche per i tanti italiani che vivono e lavorano sul territorio elvetico. La proposta è stata osteggiata dalla Chiesa in più occasioni: la Conferenza episcopale elvetica in una nota ha affermato che “dal punto di vista cristiano, le preoccupazioni e gli obiettivi di tale iniziativa tradiscono una visione dell’uomo discriminatoria e discutibile”, che considera la persona umana “unicamente dal punto di vista della sua utilità economica, riducendola allo stato di merce”. L’altro quesito su cui gli svizzeri sono chiamati ad esprimersi riguarda le coperture dei costi degli aborti: l'iniziativa di un comitato conservatore chiede che l'interruzione volontaria di gravidanza non sia a carico dell'assicurazione malattie obbligatoria di base, come avviene dal 2002. Auspicata l'introduzione di un articolo nella Costituzione che escluda l’intervento chirurgico dalle spese rimborsate.







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