Siria: pronti gli aiuti umanitari per Homs. Mons. Zenari: primo passo positivo
In Siria prosegue l’evacuazione dei civili da Homs, dopo le prime 83 persone, tra
cui donne, bambini e anziani che ieri hanno potuto lasciare la città vecchia. Pronte
per essere distribuite anche 3 tonnellate di aiuti umanitari mentre l'agenzia di stampa
Sana riferisce di colpi di mortaio e accusa i ribelli di aver violato la tregua. Intanto
ad Aleppo continuano a piovere bombe: 16 i morti di oggi. Sul fronte diplomatico la
comunità internazionale guarda alla nuova tornata di colloqui di Ginevra2 che inizierà
lunedì nella città elvetica tra il governo di Damasco e l’opposizione, sotto la mediazione
del rappresentante di Onu e Lega Araba, Brahimi. “E’ un primo segnale positivo – ma
ci sono voluti mesi di trattative” fa sapere mons. Mario Zenari, nunzio apostolico
a Damasco. Cecilia Seppia lo ha intervistato:
R. – Bisogna
prendere atto della buona volontà delle parti in conflitto. Bisogna ricordare che
è durato mesi, con diversi insuccessi, anche durante la stessa conferenza di Ginevra.
Finalmente si è arrivati a questa conclusione positiva. Direi che questo primo, anche
se minimo, passo positivo deve essere aperto su quel lungo cammino della soluzione
della crisiumanitaria urgente e catastrofica che riguarda un po’ tutta la
Siria. Secondo le statistiche delle Nazioni Unite sarebbero circa due milioni e mezzo
di persone che attendono con urgenza aiuti umanitari e che si trovano tagliate fuori
dall’accesso a questi aiuti umanitari, più o meno come i 25 mila abitanti di Homs,
quindi la strada è molto lunga ancora.
D. – Il governo di Damasco aveva detto
che oggi sarebbe iniziata la distribuzione degli aiuti umanitari. In effetti, sono
arrivate ad Homs tre tonnellate di cibo, medicine e altre forniture essenziali. Sicuramente
non bastano però anche qui c’è un corridoio umanitario che si è aperto.
R.
- Secondo le informazioni in mio possesso dovrebbe continuare ancora l’evacuazione
di altre persone tra cui anche, si spera, alcuni cristiani che fino a qualche ora
fa non erano stati in grado di poter lasciare il quartiere della città vecchia di
Homs. Poi credo che dovrebbe cominciare questa distribuzione degli aiuti umanitari.
D.
– Questa strada del cessate il fuoco localizzato per facilitare poi l’ingresso degli
aiuti umanitari, come è stato fatto ad Homs, potrebbe funzionare? Penso ad Aleppo,
per esempio, anche oggi raggiunta da colpi di mortaio, civili che muoiono sotto i
barili bomba dell’esercito quotidianamente… Potrebbe essere una strada da percorrere
quella di cercare un cessate il fuoco localizzato e poi agire di conseguenza?
R.
– Sì. Potrebbe essere un esempio o una prima prova. Se avrà successo per questi tre
giorni, si spera che questa prova possa essere ripetuta ad Aleppo in cui c’è urgenza
di avere un cessate il fuoco, alle volte, anche parziale.
D. - Lunedì riprendono
i negoziati di Ginevra 2, lo ha confermato l’Onu, sarà presente anche il governo di
Damasco… Sarà comunque difficile trovare un compromesso e il nodo principale resta
la transizione politica…
R. – E’ anche qui un fatto positivo, che continuino
questi colloqui, anche se non c’è da attendersi miracoli. Sarebbe da auspicare che
la situazione umanitaria sia presente nelle discussioni contemporaneamente anche alla
ricerca di una soluzione politica, le due cose dovrebbero andare insieme. La strada
è molto lunga, non bisogna desistere, occorre continuare con buona volontà da una
parte e dall’altra. Le parti che siedono attorno al tavolo, non dovrebbero dimenticare
le aspettative della stragrande maggioranza della popolazione siriana che si aspetta
una Siria nuova, più democratica, più rispettosa dei diritti umani e delle libertà
fondamentali, e tutto questo vuole raggiungerlo con mezzi nonviolenti ma con soluzioni
politiche.