2014-02-08 12:45:13

Siria: pronti gli aiuti umanitari per Homs. Mons. Zenari: primo passo positivo


In Siria prosegue l’evacuazione dei civili da Homs, dopo le prime 83 persone, tra cui donne, bambini e anziani che ieri hanno potuto lasciare la città vecchia. Pronte per essere distribuite anche 3 tonnellate di aiuti umanitari mentre l'agenzia di stampa Sana riferisce di colpi di mortaio e accusa i ribelli di aver violato la tregua. Intanto ad Aleppo continuano a piovere bombe: 16 i morti di oggi. Sul fronte diplomatico la comunità internazionale guarda alla nuova tornata di colloqui di Ginevra2 che inizierà lunedì nella città elvetica tra il governo di Damasco e l’opposizione, sotto la mediazione del rappresentante di Onu e Lega Araba, Brahimi. “E’ un primo segnale positivo – ma ci sono voluti mesi di trattative” fa sapere mons. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco. Cecilia Seppia lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – Bisogna prendere atto della buona volontà delle parti in conflitto. Bisogna ricordare che è durato mesi, con diversi insuccessi, anche durante la stessa conferenza di Ginevra. Finalmente si è arrivati a questa conclusione positiva. Direi che questo primo, anche se minimo, passo positivo deve essere aperto su quel lungo cammino della soluzione della crisi umanitaria urgente e catastrofica che riguarda un po’ tutta la Siria. Secondo le statistiche delle Nazioni Unite sarebbero circa due milioni e mezzo di persone che attendono con urgenza aiuti umanitari e che si trovano tagliate fuori dall’accesso a questi aiuti umanitari, più o meno come i 25 mila abitanti di Homs, quindi la strada è molto lunga ancora.

D. – Il governo di Damasco aveva detto che oggi sarebbe iniziata la distribuzione degli aiuti umanitari. In effetti, sono arrivate ad Homs tre tonnellate di cibo, medicine e altre forniture essenziali. Sicuramente non bastano però anche qui c’è un corridoio umanitario che si è aperto.

R. - Secondo le informazioni in mio possesso dovrebbe continuare ancora l’evacuazione di altre persone tra cui anche, si spera, alcuni cristiani che fino a qualche ora fa non erano stati in grado di poter lasciare il quartiere della città vecchia di Homs. Poi credo che dovrebbe cominciare questa distribuzione degli aiuti umanitari.

D. – Questa strada del cessate il fuoco localizzato per facilitare poi l’ingresso degli aiuti umanitari, come è stato fatto ad Homs, potrebbe funzionare? Penso ad Aleppo, per esempio, anche oggi raggiunta da colpi di mortaio, civili che muoiono sotto i barili bomba dell’esercito quotidianamente… Potrebbe essere una strada da percorrere quella di cercare un cessate il fuoco localizzato e poi agire di conseguenza?

R. – Sì. Potrebbe essere un esempio o una prima prova. Se avrà successo per questi tre giorni, si spera che questa prova possa essere ripetuta ad Aleppo in cui c’è urgenza di avere un cessate il fuoco, alle volte, anche parziale.

D. - Lunedì riprendono i negoziati di Ginevra 2, lo ha confermato l’Onu, sarà presente anche il governo di Damasco… Sarà comunque difficile trovare un compromesso e il nodo principale resta la transizione politica…

R. – E’ anche qui un fatto positivo, che continuino questi colloqui, anche se non c’è da attendersi miracoli. Sarebbe da auspicare che la situazione umanitaria sia presente nelle discussioni contemporaneamente anche alla ricerca di una soluzione politica, le due cose dovrebbero andare insieme. La strada è molto lunga, non bisogna desistere, occorre continuare con buona volontà da una parte e dall’altra. Le parti che siedono attorno al tavolo, non dovrebbero dimenticare le aspettative della stragrande maggioranza della popolazione siriana che si aspetta una Siria nuova, più democratica, più rispettosa dei diritti umani e delle libertà fondamentali, e tutto questo vuole raggiungerlo con mezzi nonviolenti ma con soluzioni politiche.







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