di Carlos Hoevel, docente di Filosofia economica alla Pontificia Università Cattolica
di Argentina Le ragioni
profonde della crisi vanno cercate nella politica economica che risale a dieci anni
fa: invece di approfittare della potenzialità dell'agricoltura, estendendo la sua
produttività ad altri settori e creando un nuovo sistema agro-industriale che avrebbe
modernizzato il Paese, il governo dei Kirchner ha applicato un modello di redistribuzione
forzata con alte tasse sull'attività produttiva agricola. Ne è conseguito un capitalismo
clientelare e populista. La Chiesa fa tanto. L'eredità di Bergoglio è forte. Per esempio
la mia università - su ispirazione dell'attuale Papa Francesco - ha creato dieci anni
fa un Osservatorio sul debito sociale che presenta ogni mese le cifre reali su povertà
e disoccupazione. L'unico modo per uscire da questa crisi è un piano anti-inflazione
con una forte diminuzione della spesa pubblica e un nuovo clima di fiducia attraente
per l'inversione di marcia. Ma è difficile che il peronismo lasci spazio a questa
manovra. Non si allenta la tensione sul fronte economico in Argentina, con
il governo che continua ad accusare privati e 'speculatori' per la svalutazione del
peso e una inflazione non riconosciuta dalle statistiche ufficiali che parlano di
un tasso del 10%, mentre avrebbe superato ormai il 25%. I sussidi sociali per i poveri,
un quarto della popolazione, sono di breve periodo. La situazione può esplodere da
un momento all'altro. (a cura di Antonella Palermo)