Sud Sudan: continuano gli scontri nonostante la tregua: servono cibo e medicine
All’indomani della tregua firmata ad Addis Abeba, in Etiopia, tra i rappresentanti
del governo del Sud Sudan e i ribelli guidati da Riek Machar, a poche decine di chilometri
da Yirol si continua a combattere e rimane molto scetticismo sulla reale fine dei
conflitti. In una dichiarazione rilasciata da un medico dell’Ong “Medici con l’Africa
Cuamm”, rimasto sul campo dall’inizio degli scontri, si legge: “è giunta anche qui
a Yirol la notizia della firma della tregua tra il governo e i ribelli di Machar,
tuttavia rimane molto scetticismo tra la popolazione. A 60-70 km da Yirol – riferisce
la Fides - si combatte ancora e, dall’inizio di gennaio nel nostro ospedale continuano
ad arrivare feriti da diverse parti, soprattutto dalla zona di Jonglei”. L’ospedale
di Yirol, nello Stato del Laghi, è l’unico di riferimento per l’intera regione e il
più vicino alla linea del fronte. “Prosegue inoltre il flusso di camion carichi di
masserizie e persone che passano per Yirol e si dirigono nella zona nord-est del Paese
– continua il medico - roccaforte del presidente Salva Kiir, di etnia dinka, in cerca
di maggiore sicurezza”. Intanto a Juba, la capitale, le cose vanno meglio. “Ora riusciamo
a muoverci un po’ durante il giorno, prima delle 18, e iniziano a riprendere alcune
attività commerciali - riferisce la responsabile dei progetti di Cuamm in Sud Sudan.
La situazione rimane, comunque, ancora molto instabile”. Le necessità sul campo sono
considerevoli. I team del Cuamm operativi all’ospedale di Lui (Western Equatoria)
e di Yirol (Lake States) sono al lavoro in condizioni di estrema precarietà di dotazioni.
Servono farmaci essenziali per gli ospedali, medicinali per il trattamento della malaria,
della polmonite, della diarrea, ma anche alimenti terapeutici come vitamine, antibiotici
e antidolorifici. Sono aiuti che comprendono kit chirurgici, attrezzature per facilitare
l'igienizzazione dell’acqua, fondamentale in questa situazione. Aiuti essenziali perché
salvano la vita di migliaia di bambini e donne che, di fatto, in queste condizioni,
in Sud Sudan, ne hanno un disperato bisogno. Presente nello Stato africano allo scoppiare
delle ostilità, il Cuamm non ha mai fatto venire meno il suo supporto agli ospedali
di Lui e Yirol, unica Ong a essere presente con personale espatriato italiano, fuori
dalla capitale Juba, anche nei momenti più acuti degli scontri. Attualmente a Yirol
e Lui sono presenti in tutto 9 volontari che collaborano con un team di oltre cento
operatori locali.