Olimpiadi di Sochi al via con una spettacolare cerimonia di inaugurazione
Hanno preso il via, ieri sera, con un'imponente cerimonia inaugurale allo stadio Fisht
di Sochi, sul Mar nero, i Giochi Olimpici Invernali. Presenti oltre 40 leader mondiali.
Diverse le defezioni in polemica con le posizioni del presidente russo Putin sull'omosessualità.
Imponenti le misure di sicurezza per il timore di attentati. Bloccato un tentativo
di dirottamento di un aereo partito dall’Ucraina. Tre miliardi i telespettatori in
tutto il mondo che hanno seguito lo show. Paolo Ondarza:
Sono le
20.14 a Sochi, le 17.14 in Italia, le luci di accendono sullo stadio Fisht, 40mila
gli spettatori. Inizia uno show di due ore, una celebrazione della storia e della
cultura russe: dall’alfabeto cirillico allo zar Pietro il Grande, dal balletto, alla
cultura con Dostoevskij e Chagall, dal coro dell’Armata Rossa ai canti popolari. Prima
il countdown, poi l’inizio di un viaggio nel tempo tra passato e futuro guidato da
una bimba in volo trainata da un aquilone sulle note del principe Igor. Il bianco,
il blu, il rosso della bandiera russa colora gli spalti accompagnato musicalmente
dall’inno nazionale cantato dal coro del monastero dell'Epifania di Mosca che introduce
la sfilata, al centro del campo, degli atleti degli 88 Paesi partecipanti. Portabandiera
per l’Italia lo slittinista altoatesino Armin Zoeggeler. La cerimonia d’apertura dell’Olimpiade
più costosa della storia - 51 miliardi di dollari - è stata disertata da alcuni leader
mondiali in polemica con legge russa che punisce la propaganda omosessuale tra i minorenni.
In segno di dissenso Obama ha scelto di far sfilare atleti gay all’interno della delegazione
Usa, mentre gli sportivi della Germania hanno indossato una divisa con i colori arcobaleno
della bandiera Lgbt. Un invito a non confondere le questioni di sport, politica e
diritti umani era venuto in precedenza dal presidente russo Putin che, insieme al
presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach, ha presieduto la cerimonia
aprendo ufficialmente i giochi prima dell’accensione della torcia olimpica da parte
degli sportivi. Vladislav Tretiak leggendario portiere di hockey e Irina Rodnina,
campionessa di pattinaggio sul ghiaccio. Sulle olimpiadi incombe, purtroppo, la minaccia
terroristica. Imponenti le misure di sicurezza: 30 mila gli agenti al lavoro. Arrestato
su un volo turco un ucraino accusato di aver tentato un dirottamento verso Sochi.
I giochi olimpici non sono mai stati solo sport: si collocano di fatto, di
volta in volta, all’interno di un contesto storico e sociale. E spesso sull’evento
sportivo si è proiettata l’ombra delle contrapposizioni geopolitiche. Il primo esempio,
nell’era moderna, di giochi politicizzati riguardano le Olimpiadi di Berlino, nel
‘36, in cui Hitler trasformò tutto in vera e propria propaganda ed esaltazione del
nazismo. Salvatore Sabatino ne ha parlato con prof.Antonio Lombardo,
docente di Sport all’Università Tor Vergata di Roma:
R. – Indubbiamente
l’Olimpiade del ’36 è stata orchestrata e guidata a fini di propaganda politica. Sappiamo
che Hitler era sostanzialmente contrario all’Olimpiade in un primo momento; poi si
accorse che poteva essere strumentalizzata e quindi fece di tutto per trasformare
quella che ormai era diventata la più grande manifestazione del Pianeta in una manifestazione
politica.
D. – Qualcosa, però, non andò per il verso giusto: lui voleva l’esaltazione
della razza ariana e invece vinse tre medaglie d’oro Jesse Owens…
R. – Assolutamente
sì! Comunque bisogna dire che l’Olimpiade di Berlino è stata voluta anche da Pierre
de Coubertin, a difesa della propria creatura. Però bisogna anche dire che alla base
dei Giochi Olimpici c’è un parametro assolutamente imprescindibile che è il pacifismo
e la non violenza: l’Olimpiade nasce per assicurare la pace!
D. – Questo concetto
dell’internazionalismo e del pacifismo ha poi trovato una realizzazione concreta in
un episodio politico: quella che viene chiamata la politica del ping pong,
che permise di intavolare un dialogo serio, ad alti livelli, tra Cina e Stati Uniti…
R.
– Certamente! Lo sport può essere strumentalizzato, ma può essere anche finalizzato
a motivi importanti, come è successo appunto in occasione dell’incontro di ping pong
tra la squadra cinese e la squadra americana. Quindi non possiamo dire che lo sport
– di per sé – conduce verso una determinata direzione: sono gli uomini; siamo a noi
– come al solito – che possiamo utilizzarlo a fin di bene o a fin di male.
D.
– Non è dato, però, tutto sempre per il verso giusto: c’è stato, infatti, un lunghissimo
capitolo di boicottaggi, che – quasi sempre legati alla Guerra Fredda – resero
largamente incompleto il numero delle nazioni partecipanti in diverse edizioni. Ne
vuole ricordare qualcuna?
R. – Sì. Sicuramente Mosca ’80; Los Angeles ’84…
Io credo che dobbiamo fare una netta differenziazione tra sport e politica, altrimenti
non ne usciamo.
D. – Purtroppo le Olimpiadi sono state usate anche come cassa
di risonanza internazionale per il terrorismo e hanno vissuto il momento più drammatico
a Monaco, nel ‘72, con il rapimento e l’uccisione di alcuni atleti israeliani per
mano del commando palestinese Settembre Nero. Un capitolo, quello, davvero
buio!
R. – Assolutamente sì! Ma come dicevo l’Olimpiade è la più grande manifestazione
in assoluto, non solo sportiva. Quindi è una cassa di risonanza. Pertanto viene utilizzata
a fini mediatici.
D. – Oggi, con la conclusione della Guerra Fredda,
ovviamente non ci sono più questi due blocchi contrapposti così ben distinti. Il problema
maggiore, però, a questo punto sembra essere il gigantismo: le Olimpiadi diventano
una costosissima vetrina per imporre la propria potenza. Questo fa sì che i Paesi
più poveri non potranno mai avere la possibilità di ospitare i Giochi?
R. –
Questo è un elemento fondamentale e mi trova molto critico nei confronti delle ultime
edizioni dei Giochi Olimpici. Per Pierre de Coubertin – il fondatore dei Giochi Olimpici
– l’Olimpiade deve essere una festa, non uno spettacolo, perché lì si deve stabilire
una comunione intensa tra atleti e pubblico. Questo lo si può fare nel momento in
cui l’Olimpiade rimane una festa e non uno spettacolo! Su questo assolutamente il
Cio dovrà fare una autocritica e quindi far tornare i Giochi Olimpici alle origini.