Farmacisti italiani: lo Stato tuteli l'obiezione di coscienza in campo sanitario
Sono state 350 mila le "pillole del giorno dopo" vendute in Italia nell’ultimo anno.
Un trend in crescita, che fa interrogare i farmacisti. L’obiezione di coscienza per
la categoria è stata al centro di un convegno che si è svolto, in questi giorni, alla
Camera. A spiegare la necessità di una legge in materia è il presidente dell’Unione
Cattolica Farmacisti Italiani, Piero Uroda, intervistato da Filippo Passantino:
R. – Si cerca
di limitare il diritto di obiezione a pochi casi. Non ci viene ancora data la legislazione
chiara a nostra tutela. Noi, quindi, abbiamo dei principi sanciti dalla Costituzione,
che prevediamo in qualsiasi dibattito tribunalizio ci verrebbero riconosciuti naturalmente,
perché si parla di diritti inviolabili dell’uomo. Noi vorremmo però che ci fosse una
normativa esplicita.
D. – In particolare, chiedete una legge che vi consenta
di esentarvi dalla vendita di prodotti abortivi...
R. – La legge 194, quando
è stata fatta, nel ’74, è stata fatta in modo da tutelare gli obiettori. È una legge
che è stata concepita veramente con una certa larghezza di idee, per cui non hanno
parlato di medici ed infermieri, ma hanno parlato di tutto il personale sanitario,
comprendendo quindi le ostetriche, i farmacisti, tutto il personale che potrebbe essere
implicato in questo tipo di lavoro. La nostra richiesta è solo quella di esplicitare
i termini in cui noi facciamo tutto questo.
D. – Ci sono quindi dei vuoti
normativi da riempire in questa legge...
R. – Senz’altro. E’ stato raccomandato
proprio dal Consiglio d’Europa. La normativa dell’obiezione di coscienza sanitaria
è importantissima e ogni Stato deve tutelarla per rispettare la libertà e la dignità
degli obiettori, cui si riconosce, infatti, un particolare valore etico. Ci rifiutiamo
di compiere delle azioni, perché sono contro la vita umana o contro la sicurezza della
vita umana.
D. – E tra queste azioni c’è la vendita della "pillola del giorno
dopo"...
R. – Certo, perché la pillola del giorno dopo uccide un embrione che
ha un unico diritto al momento, quello di vivere, e che gli viene tolto in maniera
abusiva, attraverso una pasticca che viene presa senza nessun controllo, senza nemmeno
il monitoraggio della tossicologia, del pericolo, dei problemi.
D. – Serve
allora una nuova legge che consenta l’obiezione di coscienza per questi casi...
R.
– Noi chiediamo che ci sia una legge che dica che il farmacista ha il diritto di fare
la sua obiezione di coscienza da qualsiasi posizione: farmacista comunale, farmacista
privato, farmacista titolare, farmacista dipendente. Tutte le persone possano, dunque,
fare la loro obiezione. Non vogliamo partecipare a un’azione che è criminosa.