Critiche Onu alla Santa Sede: il rapporto ignora ciò che è stato fatto dalla Chiesa
per proteggere i minori
Luis Badilla Morales, Radio Vaticana Rispondere
alle critiche dell'Onu alla Santa Sede sostenendo che la Commissione per i diritti
dell'infanzia è poco credibile è un errore e significa cadere in una trappola. E'
come ammettere la propria incapacità di ribattere alla critiche nel merito. Invece
la Santa Sede può dimostrare tranquillamente che ciò che gli viene chiesto di fare
l'ha già fatto.
Il rapporto della Commissione Onu si occupa di due questioni.
Innanzitutto, com'è naturale nel contesto della tutela dell'infanzia, degli abusi
su minori commessi da alcuni rappresentanti del clero. Poi però il documento pretende
di spiegare alla Chiesa cattolica quale deve essere la sua dottrina su alcuni temi
eticamente sensibili come vita o matrimonio. E' giusto discutere sulla responsabilità
della Chiesa nelle vicende degli abusi e sulle decisioni adottate. E probabilmente,
infatti, la risposta della Santa Sede si riferirà proprio a questi aspetti. Anche
perché il rapporto sembra ignorare completamente i passi compiuti in questi anni dalla
Chiesa, fino al punto di chiedere alla Santa Sede di prendere provvedimenti che
sono già stati presi e sono operativi da qualche anno. Bastava, per esempio che si
leggessero la risposta di Benedetto XVI ai vescovi irlandesi del 2010. Per quanto
riguarda invece la seconda parte del documento, in cui la Commissone si autoassegna
il diritto di chiedere modifiche della dottrina cattolica, sicuramente riceverà in
risposta un laconico e fermo "no". Anzi, vorrei vedere se questo Comitato Onu avrebbe
il coraggio di fare lo stesso con i musulmani, con gli induisti o i taoisti. (Intervista
a cura di Fabio Colagrande)