Cerimonia in Tunisia per la nuova Costituzione: per i leader europei è di “esempio
per altri Paesi”
In Tunisia si è svolta ieri la sessione straordinaria dell'Assemblea Nazionale Costituente
in occasione dell'entrata in vigore proprio della nuova Costituzione. Presenti il
capo di Stato francese e il presidente del Senato italiano in rappresentanza di Napolitano.
Hollande ha sottolineato che “la Tunisia dimostra che l’islam è compatibile con la
democrazia”. Grasso ha sottolineato che “da oggi la Tunisia è più forte e non mancherà
di fare sentire la sua onda d'urto in tutta la regione e ovunque nel mondo vi sono
popoli che aspirano alla libertà e alle riforme”. In tanti parlano di occasione per
rilanciare la cooperazione euro-mediterranea. Fausta Speranza ha intervistato
Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo (Cime):
R. – La Tunisia
si conferma, in qualche modo, un laboratorio, dove sono stati maturati alcuni passi
in avanti importanti sulla strada della democrazia. In Tunisia fra l’altro è nata
la primavera araba - non dimentichiamocelo! - nel dicembre del 2010. E' un
"Paese-laboratorio" utile per la sua popolazione certamente e questo testo della Costituzione
rappresenta in alcuni punti - a cominciare dal tema della donna - un passo in avanti
considerevole. E poi è un laboratorio per i Paesi arabi e anche per i rapporti fra
l’Unione Europea e i Paesi arabi.
D. – Hollande ha dichiarato che la Tunisia
è la prova, con questa Costituzione, che l’islam è compatibile con la democrazia…
R.
– Sì! Questa è la conferma di quello che dicevo prima, che la Tunisia, da questo punto
di vista, rappresenta un laboratorio politico, sociale, culturale interessante. Detto
questo, i nostri leader – a cominciare da Hollande – dovrebbero avere il coraggio
di guardare al passato e di ammettere tutte le cose sbagliate che noi abbiamo fatto.
Bisogna essere capaci di dare un segnale di discontinuità delle nostre relazioni con
questi Paesi, proponendo loro – cominciando dalla Tunisia – un rapporto di cooperazione
politica paritario, diverso da quello che noi abbiamo avuto in passato.
D.
– Il presidente del Senato Grasso, che rappresenta Napolitano a Tunisi, ha parlato
di occasione proprio per rilanciare la cooperazione euro-mediterranea. Da dove partire?
R.
– Noi abbiamo lanciato come Movimento Europeo già un mese dopo lo scoppio delle cosiddette
primavere arabe, l’idea di una comunità euromediterranea che deve però essere
costituita su una base paritaria: bisogna sedersi intorno a un tavolo e non andare
noi da loro, in qualche modo, offrendo loro cose che poi nel passato hanno mostrato
di fare soltanto gli interessi degli europei, soprattutto dal punto di vista commerciale
e non anche di questi Paesi. Costruire quindi un sistema che in qualche modo - come
posso dire – si ispiri a due esempi del passato: uno alla Comunità europea del carbone
e dell’acciaio, in cui noi siamo stati in grado dopo la guerra di trovare degli interessi
comuni e di gestirli in un modo diverso; e, l’altro, il processo di Helsinki. Probabilmente
ispirandosi a questi due esempi di carattere politico-istituzionale potremmo costruire
in futuro un sistema di cooperazione politica su basi nuove, creando anche delle istituzioni
comuni che garantiscano questa cooperazione.
D. – La Tunisia ha attraversato,
per arrivare alla Costituzione, un percorso difficile. In questo percorso l’Europa
c’è stata?
R. – Non mi sembra che ci sia stata molto! Alcuni esperti, alcuni
leader hanno avuto un rapporto anche vicino alla Tunisia: mi ricordo che l’anno scorso
noi ad esempio abbiamo fatto a Tunisi il Forum sociale mondiale, parlando con i giovani
tunisini. E' stata anche l’occasione per discorrere con molti giovani arabi della
loro speranza di costruire una società diversa. Quindi si è mossa la società civile.
Quello che io non vedo è che invece non si sono mossi due elementi importanti della
nostra società o si sono mossi molto poco: i partiti e i sindacati. Non c’è stato
un rapporto di solidarietà da questo punto di vista!