Libano. Documento della Chiesa maronita: usciamo insieme dalla crisi
La Chiesa maronita è preoccupata per il destino del Libano e indica con chiarezza
le vie da imboccare per salvare il Paese dalle spinte centrifughe che lo stanno minacciando.
In un documento di 13 pagine e 4 capitoli reso noto ieri dalla Sede patriarcale di
Bkerkè, in occasione della riunione mensile dei vescovi maroniti presieduta dal patriarca
Bechara Butros Rai, vengono affrontati uno a uno tutti gli aspetti dell'attuale malessere
libanese, e si propongono soluzioni per uscire dalla crisi. Nel primo capitolo - riporta
l'agenzia Fides - il documento rivendica il ruolo avuto dalla Chiesa maronita nella
configurazione dell'identità libanese, ancor prima della proclamazione dell'indipendenza
nazionale. Nella seconda sezione si denunciano i processi di marginalizzazione dei
cristiani nella vita politica e sociale nazionale, attraverso fenomeni come l'alterazione
dei fragili equilibri istituzionali che regolano la rappresentanza delle varie comunità
confessionali e le acquisizioni di proprietà immobiliari appartenenti ai cristiani
da parte di gruppi finanziari con base in altri Paesi del Medio Oriente. Tra le piaghe
che affliggono il Libano, viene denunciata con forza quella della corruzione e del
clientelismo. Inoltre nel documento viene ribadito con insistenza in più punti che
non possono esistere nel Paese eserciti privati o milizie armate legate a fazioni
o partiti, con evidente riferimento a Hezbollah. Si stigmatizza la contrapposizione
tra i blocchi politici che sta portando il Paese alla paralisi istituzionale, auspicando
la sollecita creazione di un governo di emergenza che veda coinvolte tutte le componenti
del quadro politico nazionale, per poi affrontare senza rinvii le prossime scadenze
elettorali (elezioni presidenziali e politiche). Nel capitolo conclusivo, il documento
presentato dal patriarca Rai chiama tutti i leader cristiani e musulmani a condividere
un rinnovato patto d'onore per resistere insieme al terrorismo, al contagio dei conflitti
regionali e continuare a difendere insieme la stessa identità libanese, fondata sulla
convivenza pacifica e collaborativa tra gruppi etnici e confessionali diversi. (R.P.)