Coree. Accordo Seoul e Pyongyang: il 20 febbraio via alle riunificazioni familiari
I governi delle due Coree si sono accordati per un nuovo round di incontri di riunificazione
fra le famiglie divise dalla guerra del 1950. La sessione di incontri dovrebbe tenersi
"entro la fine di febbraio". la data proposta dal Sud è dal 20 al 25 febbraio. Se
confermata, sarebbe la prima di questo tipo dal 2010. Nel settembre 2013, infatti,
le riunificazioni vennero cancellate all'ultimo momento da Pyongyang, che accusava
Seoul di "ostilità". La decisione - riferisce l'agenzia AsiaNews - arriva a meno di
tre settimane dall'inizio delle annuali operazioni militari congiunte fra la Corea
del Sud e gli Stati Uniti. Gli scorsi "war games" (condotti nel marzo 2013) hanno
scatenato una furibonda reazione di Pyongyang, che ha aperto una escalation di tensione
arrivando a minacciare le basi americane a Guam e nelle Hawaii di un attacco missilistico.
Subito dopo vennero cancellate sia le riunificazioni familiari che le operazioni industriali
congiunte nella Zona industriale intercoreana di Kaesong. Anche questa edizione sembra
collegata alle esercitazioni militari. Anche se il Nord ha scritto una lettera ufficiale
offrendo un periodo di distensione, e non ha accennato ai "war games" durante gli
incontri di questa mattina, un funzionario del Sud sostiene che l'intenzione "sia
chiara. Ma non ci caschiamo: si tratta di esercitazioni che vanno avanti ogni anno
da tanto tempo, e non possono essere messe nel mazzo delle condizioni". Secondo i
funzionari della Croce Rossa di entrambe le nazioni, che trattano la questione nel
villaggio di Panmujon (dove venne firmato il cessate-il-fuoco che concluse le ostilità
del 1953), in programma ci sono sia gli incontri personali - che si dovrebbero tenere
dal 20 al 25 febbraio presso il resort nordcoreano sul monte Kumgang - sia quelli
televisivi, in cui i familiari possono parlarsi e vedersi solo per via telematica.
Sono circa 73mila i sudcoreani che vogliono riabbracciare le proprie famiglie rimaste
al Nord. Dei sopravvissuti alla guerra, il 9,3% ha più di 90 anni; il 40,5% più di
80 anni e il 30,6% più di 70 anni. Impossibile "per motivi tecnici" avere i dati relativi
ai nordcoreani. Il dialogo diretto fra i due Paesi confinanti è l'ultimo segnale di
distensione della penisola dopo diversi mesi di altissima tensione. Pyongyang avrebbe
accettato (come nel settembre 2013) alcuni punti-chiave imposti da Seoul: fra questi
la possibilità che i familiari si scambino del denaro; l'assenza di telecamere o di
agenti di sicurezza durante i colloqui; incontri personali più lunghi rispetto al
passato. Soprattutto il primo punto rappresenta per il Nord ormai una necessità. La
crisi economica derivata dall'assurda politica militarista di Pyongyang ha prosciugato
del tutto le già esauste casse statali, e il regime guidato dal "giovane maresciallo"
Kim Jong-un ha bisogno di tutta la valuta straniera su cui riesce a mettere le mani.
Le rimesse dei familiari all'estero permettono al governo di imporre una tassazione
elevata e quindi di incassare in maniera diretta fondi stranieri. (R.P.)