2014-02-05 20:24:59

ActionAid presenta il rapporto sulle nuove sfide per la cooperazione internazionale


Presentato a Montecitorio l’Annuario della cooperazione italiana allo sviluppo, il rapporto curato da Action Aid, l’organizzazione internazionale impegnata nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale, che ricostruisce il trend delle politiche adottate dal nostro paese in materia di immigrazione e politiche di aiuto allo sviluppo. Alla conferenza stampa è intervenuto il Ministro per l’Integrazione, Cécile Kyenge. Davide Dionisi ha chiesto al Segretario di ActionAid Italia, Marco De Ponte, qual è il ruolo dell’Italia nella lotta alla povertà nel mondo:RealAudioMP3

R. - Purtroppo il ruolo dell’Italia inteso come Stato è stato marginale negli ultimi anni; l’aiuto pubblico allo sviluppo, cioè le risorse che lo Stato italiano ha allocato alla lotta alla povertà sono state sempre ridotte nel corso degli ultimi anni. Quest’anno l’Italia è maglia nera: di tutti i Paesi occidentali - di fatto - è il Paese che alloca meno risorse di tutti alla cooperazione internazionale. La questione non è solo di volumi, ma è anche di qualità dell’aiuto pubblico allo sviluppo, perché purtroppo le risorse italiane vengono spese in maniera frammentata su vari temi e su vari paesi. Il nostro rapporto, Italia e la lotta alla povertà, è un esercizio di account ability che noi mettiamo in piedi da sette anni. Quest’anno, però, abbiamo anche comparato quelle che sono le politiche dell’aiuto pubblico allo sviluppo con quelle che sono le politiche in materia energetica con un focus in particolare sulla produzione di agro carburanti e in materia di migrazioni, perché vediamo delle incoerenze. Un esempio tra tutti: in Italia ci sono circa quattro milioni di migranti che spediscono circa sette miliardi di ricchezza prodotta in Italia nei loro Paesi; questa cifra è circa quattro volte superiore a tutta la cooperazione pubblica. Il costo di queste operazioni tra privati - che comunque hanno un effetto positivo nei Paesi sottosviluppati - in Italia è altissimo e la stessa Italia non fa nulla per abbassare il prezzo di questi trasferimenti. Quindi il ruolo dell’Italia non è stato positivo, ma ora il Paese assume la presidenza dell’Unione Europea, ospita un’esibizione universale incentrata sul diritto al cibo, cioè come nutrire il pianeta, ha tutta una serie di provvedimenti che può prendere per sé stessa, coma la riforma della legge sulla cittadinanza e quella sulla cooperazione, la quale è appena passata in Consiglio dei ministri. Può, insomma, fare delle scelte per sé stessa e delle scelte che mostrino una leadership a livello internazionale.

D. - Quali sono gli elementi di novità dell’Annuario della cooperazione italiana allo sviluppo, edizione 2013?

R. - L’elemento di novità è appunto questa comparazione tra le politiche energetiche, quelle di migrazione, quelle di aiuto pubblico allo sviluppo; esiste ormai un consesus a livello internazionale sul fatto che debbano essere coerenti e non contraddittorie tra loro. Noi esponiamo alcune di queste incoerenze - con uno stile asciutto che ci contraddistingue - spiegando come secondo noi dovrebbero essere risolte, soprattutto in vista degli importanti appuntamenti internazionali che l’Italia deve affrontare.







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