ActionAid presenta il rapporto sulle nuove sfide per la cooperazione internazionale
Presentato a Montecitorio l’Annuario della cooperazione italiana allo sviluppo, il
rapporto curato da Action Aid, l’organizzazione internazionale impegnata nella lotta
alla povertà e all’esclusione sociale, che ricostruisce il trend delle politiche adottate
dal nostro paese in materia di immigrazione e politiche di aiuto allo sviluppo. Alla
conferenza stampa è intervenuto il Ministro per l’Integrazione, Cécile Kyenge. Davide
Dionisi ha chiesto al Segretario di ActionAid Italia, Marco De Ponte, qual
è il ruolo dell’Italia nella lotta alla povertà nel mondo:
R. - Purtroppo
il ruolo dell’Italia inteso come Stato è stato marginale negli ultimi anni; l’aiuto
pubblico allo sviluppo, cioè le risorse che lo Stato italiano ha allocato alla lotta
alla povertà sono state sempre ridotte nel corso degli ultimi anni. Quest’anno l’Italia
è maglia nera: di tutti i Paesi occidentali - di fatto - è il Paese che alloca meno
risorse di tutti alla cooperazione internazionale. La questione non è solo di volumi,
ma è anche di qualità dell’aiuto pubblico allo sviluppo, perché purtroppo le risorse
italiane vengono spese in maniera frammentata su vari temi e su vari paesi. Il nostro
rapporto, Italia e la lotta alla povertà, è un esercizio di account ability
che noi mettiamo in piedi da sette anni. Quest’anno, però, abbiamo anche comparato
quelle che sono le politiche dell’aiuto pubblico allo sviluppo con quelle che sono
le politiche in materia energetica con un focus in particolare sulla produzione di
agro carburanti e in materia di migrazioni, perché vediamo delle incoerenze. Un esempio
tra tutti: in Italia ci sono circa quattro milioni di migranti che spediscono circa
sette miliardi di ricchezza prodotta in Italia nei loro Paesi; questa cifra è circa
quattro volte superiore a tutta la cooperazione pubblica. Il costo di queste operazioni
tra privati - che comunque hanno un effetto positivo nei Paesi sottosviluppati - in
Italia è altissimo e la stessa Italia non fa nulla per abbassare il prezzo di questi
trasferimenti. Quindi il ruolo dell’Italia non è stato positivo, ma ora il Paese assume
la presidenza dell’Unione Europea, ospita un’esibizione universale incentrata sul
diritto al cibo, cioè come nutrire il pianeta, ha tutta una serie di provvedimenti
che può prendere per sé stessa, coma la riforma della legge sulla cittadinanza e quella
sulla cooperazione, la quale è appena passata in Consiglio dei ministri. Può, insomma,
fare delle scelte per sé stessa e delle scelte che mostrino una leadership a livello
internazionale.
D. - Quali sono gli elementi di novità dell’Annuario della
cooperazione italiana allo sviluppo, edizione 2013?
R. - L’elemento di
novità è appunto questa comparazione tra le politiche energetiche, quelle di migrazione,
quelle di aiuto pubblico allo sviluppo; esiste ormai un consesus a livello internazionale
sul fatto che debbano essere coerenti e non contraddittorie tra loro. Noi esponiamo
alcune di queste incoerenze - con uno stile asciutto che ci contraddistingue - spiegando
come secondo noi dovrebbero essere risolte, soprattutto in vista degli importanti
appuntamenti internazionali che l’Italia deve affrontare.