2014-02-04 14:29:26

Giornata mondiale del Cancro: intensificare la prevenzione


Sono oltre 12 milioni le persone a cui ogni anno viene diagnosticato un tumore e circa 7 milioni e mezzo muoiono per questa causa. Sono dati forniti dall’Unione internazionale contro il cancro (UICC) nella Giornata Mondiale contro questa malattia, celebrata ieri. “Combattere il cancro con la prevenzione” il tema al centro delle iniziative promosse quest’anno. La prevenzione rimane infatti la via più efficace per combattere i tumori e ciò significa dire no al fumo, limitare il consumo di alcool, seguire una sana alimentazione, fare attività fisica, evitare l’esposizione eccessiva al sole. Altro strumento fondamentale la diagnosi precoce. Ma oggi quanto è stato recepito dalla popolazione e dalle strutture sanitarie questo messaggio? Eliana Astorri lo ha chiesto a Vincenzo Valentini, direttore dell’Unità Operativa complessa di Radioterapia 1 del Gemelli di Roma:RealAudioMP3

R. – Sicuramente, siamo in un momento nel quale la prevenzione viene percepita come un’attenzione a fare una diagnosi precoce che non sottovaluti i primi sintomi. Chiaramente, questa attenzione ha bisogno di infrastrutture e di organizzazione che sappiano intercettare questa esigenza in maniera appropriata. In Italia, ci troviamo ad avere delle eccellenze in questo campo, ma anche delle situazioni che necessitano di miglioramento. Sicuramente, la popolazione è pronta: non ha più paura di parlare di questa malattia, di offrire una risposta positiva alle possibilità che gli vengono offerte. Per alcune neoplasie, però, ci troviamo ancora non allineati a degli standard europei per quello che riguarda la possibilità di intercettare la malattia in una fase iniziale.

D. – Parlando di terapie sempre più personalizzate e sempre meno invasive: qual è il futuro?

R. – La preservazione d’organo rappresentata un obiettivo per i gruppi multidisciplinari. La possibilità di poter essere sempre meno invasivi nei trattamenti è una sfida che chiaramente richiama l’attenzione e la motivazione della maggior parte dei ricercatori. Non possiamo dimenticare che la malattia neoplastica è una malattia aggressiva e non sempre riusciamo a poterla fronteggiare senza dover richiedere grossi impegni da parte dei pazienti, in termini di sacrifici e anche – a volte – con sequele di trattamenti che vengono eseguiti. Ma sicuramente la prevenzione e le nuove terapie delle quali disponiamo stanno offrendo una possibilità di poter guarire sempre più pazienti e anche di preservare e mantenere le funzionali e la qualità di vita di tutti coloro che adesso hanno bisogno di cure, a volte anche intense e aggressive, ma che alla fine possono ricordare il percorso di questa malattia come un percorso passato e non più significativo per quello che stanno vivendo attualmente.

D. - Quindi professore, nonostante i dati dell’Unione internazionale contro il cancro, che prevede 17 milioni di morti a causa di questa patologia entro il 2030, in questa Giornata mondiale possiamo dire che oggi molte forme sono guaribili e con altre si può comunque avere una qualità di vita accettabile?

R. – Sicuramente sì. Ovviamente, il numero che lei ha indicato riflette anche un invecchiamento complessivo della popolazione, che significa che più persone arrivano a un’età molto avanzata, dove l’incidenza di questa malattia per molte patologie diventa maggiore. Ma, complessivamente, le percentuali di sopravvivenza si sono innalzate, le percentuali di pazienti che mantengono una qualità di vita ottima sono anch’esse in incremento. Quindi, con fiducia, possiamo dire che qualcosa sta cambiando e che per molti la speranza non è più un desiderio, ma si concretizza con una possibilità di guarigione.

Ultimo aggiornamento: 5 febbraio







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