2014-02-03 15:40:35

Biblioteca Vaticana studia le "Carte Marega" sulle persecuzioni cristiane in Giappone tra il '600 e l'800


La Biblioteca Apostolica Vaticana ha annunciato la nascita di una collaborazione con le istituzioni giapponesi, collegate al National Institute for Humanities, per inventariare, conservare, digitalizzare, studiare e catalogare i circa 10 mila documenti del fondo "Carte Marega", che riguardano le persecuzioni subite dai cristiani giapponesi tra il XVII e il XIX secolo. Il fondo "Carte Marega" della Vaticana prende il nome dal salesiano don Mario Marega che fu missionario in Giappone nel secolo scorso e raccolse i documenti nei decenni Trenta e Quaranta. Sulla genesi di questa collaborazione tra istituzioni vaticane e giapponesi, sentiamo il prefetto della Biblioteca Vaticana, mons. Cesare Pasini, al microfono di Fabio Colagrande:RealAudioMP3

R. – E’ nata, questa collaborazione, perché appena abbiamo rimesso l’attenzione su queste carte che avevamo e che meritavano di essere meglio inventariate, conosciute, studiate. Abbiamo preso qualche contatto con il Giappone e ci siamo accorti quanto, in quelle istituzioni, ci fosse interesse per queste carte: se ne capisce l’importanza storica che avevano. E da qui è nato quel circolo virtuoso che spesso si crea fra istituzioni culturali: la Biblioteca Vaticana da una parte e quelle giapponesi dall’altra. Cioè, quel desiderio di costruire insieme un qualcosa che poi dia un frutto più chiaro: conoscere meglio quelle carte, conoscere la storia che sta alle spalle. L’abbiamo fatto per davvero, costruendo tappa per tappa un progetto che oggi lanciamo e rendiamo pubblico.

D. – Frutto della collaborazione sarà anche il finanziamento della digitalizzazione di questi documenti?

R. – Questo progetto comporta la digitalizzazione, ma non soltanto questo. Sono, infatti, documenti così particolari che richiedono di essere ben organizzati, ben conservati e soprattutto inventariati. E quindi, nell’estrarli dalle sacche originarie che ancora li contengono, quelle che stavano negli uffici pubblici del Giappone – l’isola meridionale del Giappone, dove erano conservate – dobbiamo ben organizzarli. E quindi, sia la digitalizzazione sia lo studio, l’inventariazione procedono di pari passo.

D. – Queste “Carte Marega” che tipo di documenti raccolgono?

R. – Sono documenti civili, governativi, quindi non vengono da fonte cristiana ma vengono da fonte pubblica, e da fonte pubblica che doveva controllare la popolazione. Perché dalla fine del Cinquecento, ma soprattutto dal 1612, furono emanati dall’autorità – lo Shogun che prese il potere in Giappone al posto dell’imperatore – dei decreti in cui venivano banditi i cristiani. E allora bisognava rintracciarli e in qualche modo costringerli ad abiurare. I documenti contengono tutta una serie di elementi riguardanti la eventuale abiura, oppure riguardanti la consistenza delle famiglie. Ci sono quindi perfino i documenti di morte di queste persone, ma ci sono anche i documenti concreti da cui risulta come si cercasse di far recedere i cristiani dalla loro fede con quel famoso procedimento – che ci fa un po’ raccapriccio, anche solo a raccontarlo – secondo il quale per dimostrare di non essere più cristiani le persone dovevano calpestare immagini sacre o lo stesso Crocifisso. Tutto questo è documentato.

D. – Possiamo dire che le istituzioni giapponesi, collaborando con voi, stanno promuovendo la conoscenza di testi che raccontano come lo stesso Giappone, secoli fa, perseguitasse i cristiani. Possiamo dire che questo fa onore, dal punto di vista culturale, alle istituzioni giapponesi?

R. – Fa certamente onore e, se posso dirlo in questa maniera, noi della Biblioteca siamo grati ma anche non sorpresi, perché siamo abituati ad accorgerci che la cultura apre le strade, permette di capirsi, perché conoscere la verità, e la verità storica, è una via buona. E trovarsi tra persone che vogliono meglio capire il loro passato per meglio collaborare nel presente, arricchisce gli uni gli altri. Lo facciamo volentieri e siamo veramente contenti che i giapponesi – fra l’altro, con tutta la loro competenza, cultura, ordine, cortesia – si siano presi a cuore il lavoro su queste Carte.







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