2014-01-31 15:08:55

Vescovi Triveneto contro il "gender". Mons. Moraglia: differenza uomo-donna ricchezza sociale


Una posizione forte a sostegno della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. In occasione della “Giornata per la vita”, che ricorre domani 2 febbraio, i vescovi delle 15 diocesi del Triveneto hanno preparato una nota pastorale che sottolinea le emergenze legate alla famiglia e alla vita. Nel testo, vengono evidenziate anche le ragioni per le quali reputano "inaccettabile" l'ideologia del gender. Filippo Passantino ne ha parlato col presidente della locale Conferenza episcopale, mons. Francesco Moraglia, patriarca di Venezia: RealAudioMP3

R. - I vescovi del Triveneto, guardando un po’ a tutte le situazioni che contrastano o rendono difficile la vita, hanno anche voluto guardare la tematica educativa, prendendo spunto proprio dalla frase del Papa: “Il compito educativo è una missione chiave", perché noi riteniamo che nell’educazione si giochi il futuro della nostra società. Il cuore del documento può essere considerato la frase di Papa Francesco, anzi potremmo dire due: una, tratta dalla Lumen Fidei numero 52, dove si parla della famiglia come dell’unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio, nasce dal loro amore, nasce dal riconoscimento e dall’accettazione della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne. La seconda, tratta dall’Evangelii Gaudium, numero 66, dove si parla proprio della famiglia come della cellula fondamentale della società, luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere agli altri.

D. - Quale aspetto della teoria del gender è incompatibile con la dottrina cristiana?

R. - Quello che ha ribadito anche la Santa Sede nei colloqui di Ginevra, dove la delegazione vaticana ha parlato con il Comitato Onu per la Convenzione dei diritti del Fanciullo e dove, appunto, la delegazione della Santa Sede, per bocca dell’arcivescovo Tomasi, affermava il rifiuto di una teologia del gender, che nega di fatto il fondamento oggettivo della differenza e complementarietà dei sessi, divenendo anche fonte di confusione sul piano giuridico. Questa, potremmo dire, è un’altra luce che ha illuminato la riflessione dei vescovi del Triveneto.

D. - Un altro aspetto del documento è la necessità di affermare i termini “madre” e “padre”, che in alcune occasioni, e anche in Veneto, si è cercato di cancellare…

R. - E’ espressione di una sensibilità e cioè la libertà di educare da parte dei nostri genitori, che devono essere informati, che vogliono essere informati giustamente circa tutto quello che viene proposto in un progetto educativo ai loro figli. Noi vescovi ci siamo mossi proprio ritenendo quella frase dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, in cui il Santo Padre dice che nessuno può esigere da noi vescovi che la religione sia relegata in sacrestia, nell’intimità delle persone, senza alcuna influenza sulla vita sociale e nazionale e senza preoccuparci per la salute delle istituzioni e delle società civili, senza esprimerci sugli avvenimenti che interessano i cittadini. Quest’altro punto è stato per noi fondamentale, è stato per noi una riflessione importante proprio pensando di offrire qualcosa di bene alla nostra società, per un confronto e anche per guardare con più fiducia al futuro.

Ultimo aggiornamento: 1° febbraio







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