2014-01-31 14:39:17

Roma: concluse le tre Letture teologiche promosse dalla diocesi


Si è concluso giovedì sera a Roma, nella Sala della Conciliazione del Palazzo Lateranense, il ciclo delle tre Letture teologiche promosse dalla diocesi di Roma. Tema dell’incontro “Il castello interiore di S. Teresa di Gesù”. Sulla figura di questa grande santa spagnola, dottore della Chiesa, Marina Tomarro ha intervistato padre Antonio Sicari, teologo presso l’Istituto teologico dei Carmelitani Scalzi di Brescia:RealAudioMP3

R. – Stiamo parlando di una Santa, di una grande donna vissuta nel ‘500 – secolo d’oro spagnolo – che prima di tutto ha capito che la sua vita, dall’inizio alla fine, era stata un continuo dialogo con Dio, non sempre compreso, non sempre vissuto fino in fondo e non sempre bello, però inarrestabile e sempre più profondo. Questa donna, un po’ alla volta, ha capito come dovrebbe essere fatta anche la convivenza umana e come dovrebbe esser fatto l’essere umano. Quindi, Santa Teresa non ha proprio scritto – anche perché il testo era destinato alle sue monache - ma era più che altro un modo per esprimere la sua concezione dell’uomo.

D. – Nel "Castello interiore" si parla delle sette dimore dove accede l’anima. Possiamo arrivarci anche noi?

R. – Tutti sono chiamati. È certamente un rapporto d’amore tra Dio e l’anima: Dio, l’amore può essere fermato soltanto da una cosa, da colui che dice “Io non voglio amare, io non voglio il tuo amore”. Ma appena una persona comincia ad aprirsi, allora l’amore ha la capacità di scavare l’anima e quello che all’inizio era un piccolo amore diventa sempre di più un amore grande, perché l’amore ricevuto scava l’anima. San Giovanni della Croce arriva a dire: “Quando Dio ama una persona le dà il diritto di amarla come è amato, cioè di amare Dio come Dio la ama e quindi di diventare divino”.

Ma quanto può essere attuale oggi il messaggio di Santa Teresa? Ascoltiamo Simonetta Filippi, vice preside della facoltà di Ingegneria all’Università Campus Bio-medico di Roma:

R. – Credo che Santa Teresa sia all’avanguardia rispetto al modo di trasmettere il suo messaggio. Dunque, l’invito a trattare l’anima – questo tema così antico ma che sembrerebbe così nuovo – attraverso immagini. Questo mi sembra un invito che l’uomo d’oggi può cogliere molto bene. Se non altro, porsi nell’atteggiamento di chi vuole arrivare a comprendere il messaggio culturale di Teresa e poi, semmai, scegliere di approfondire quello religioso che Teresa propone.

La riflessione su Santa Teresa ha concluso dunque il ciclo delle tre Letture teologiche dedicate quest’anno ai classici della spiritualità cristiana. Per un bilancio su questa edizione, l'opinione del vescovo ausiliare, mons. Lorenzo Leuzzi:

R. – Il progetto di presentare tre figure di Santi, ma soprattutto tre opere che hanno caratterizzato la spiritualità cristiana, costituisce una risposta concreta ai bisogni di tanti credenti che oggi avvertono il bisogno di fare un salto di qualità nel proprio rapporto con il Signore. Dunque, dare maggiore consistenza alla propria esperienza di fede per poter dare testimonianza nei vari ambienti dove i battezzati sono chiamati a vivere quotidianamente la loro esperienza. È sorprendete l’interesse che ha suscitato questa proposta. Io spero possano essere di sostegno ai percorsi formativi di laici cristiani.

Agostino, Ignazio e Teresa: queste tre grandi figure come possono guidare l’uomo contemporaneo? Il cardinale vicario Agostino Vallini:

R. – Mi sembra che da ogni Santo, naturalmente ricchissimo di proposte, possiamo raccogliere qualche aspetto molto attuale per la vita di oggi. Da Sant’Agostino, raccoglierei l’inquietudine della ricerca: un uomo appassionato che cerca la verità, che cerca Dio. Da Sant’Ignazio, l’esigenza di un discernimento attento, che ci aiuti a comprendere la strada. Da Santa Teresa, l’invito ad entrare nel “castello interiore” come poveri mendicanti.

Ultimo aggiornamento: 1° febbraio







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