Belgio: lettera di 38 pediatri contro la legge sull’eutanasia dei minori
“È necessario estendere la legge sull’eutanasia ai minori?”. Con questa domanda si
apre la lettera-appello sottoscritta da 38 pediatri belgi e pubblicata su “La Libre
Belgique” con il titolo “Fine-vita dei bambini: una legge inutile e precipitosa”.
La lettera, scrivono i pediatri, non vuole essere un “pamphlet politico o ideologico”
ma offrire piste di riflessione. Quattro – riferisce l’Agenzia Sir - le principali
osservazioni dei medici. La prima è che “questa legge non risponde ad alcuna reale
esigenza”. “La maggior parte delle équipe mediche che hanno in cura bambini in fase
terminale, a domicilio o in ospedale, devono ammettere che non si sono mai trovati
nella loro pratica davanti a una domanda di eutanasia spontanea e volontaria espressa
da un minore”. La seconda osservazione è che “allo stato attuale della medicina, i
mezzi per attenuare il dolore sono largamente disponibili nel nostro Paese, più che
in altri Paesi. È evidente che oggi nessun paziente, e dunque bambino, deve soffrire”.
I pediatri ribadiscono il loro no all’accanimento terapeutico”. I medici contestano
il modo con cui è stata discussa la legge al Senato e alla Camera: “È stata esaminata
- dicono - troppo rapidamente” e sono state rifiutate tutte le domande di audizione
presentate da pediatri ed esperti. Questa discussione politica così precipitosa della
legge, osservano i pediatri, “crea l’impressione che la situazione nel nostro Paese
sia drammatica e che occorre quindi agire con urgenza. Noi smentiamo questa falsa
impressione e affermiamo che la situazione nel nostro Paese è lontana dall’essere
drammatica”. Dare poi facoltà al minore di scegliere l’eutanasia per se stesso rischia
- a parere dei pediatri - di rendere la situazione ancora più difficile e complessa
di quanto non lo sia già. I pediatri mettono, cioè, in guardia dalla possibilità che
il minore possa in qualche modo cedere all’eutanasia per venire incontro ai suoi genitori
che “consciamente o inconsciamente possono incoraggiarlo a farla finita”. “Non è incongruo
pensare - proseguono i medici - che un bambino dotato di una sensibilità particolare
percepisca l’opzione dell’eutanasia come una soluzione o addirittura un dovere soprattutto
se sente che i suoi genitori non sopportano più di vederlo soffrire”. L’ultima osservazione
è riservata alla reale capacità di discernimento e giudizio del minore che non può
essere vagliata da “alcun metodo oggettivo”. “Si tratta - concludono i pediatri -
di una valutazione largamente soggettiva e soggetta a varie influenze”.