Il Papa alla Convocazione del Rinnovamento. Martinez: sarà Cenacolo a cielo aperto
Papa Francesco presenzierà alla 37.ma Convocazione del Rinnovamento nello Spirito
Santo (Rns), in programma allo Stadio Olimpico di Roma nei giorni 1 e 2 giugno prossimi.
Il tema dell’evento è “Convertitevi! Credete! Ricevete lo Spirito Santo! Per
una Chiesa in uscita missionaria”. Dopo l’annuncio, Alessandro Gisotti
ha raccolto un primo commento di Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento
nello Spirito in Italia:
R. – Certamente,
l’emozione e la commozione, la mia e di tutti i membri del Rinnovamento, è grande.
Sappiamo l’estemporaneità, la semplicità, la libertà che caratterizza questo Pontificato
e la persona di Papa Francesco, che aveva già avuto modo di presenziare ad altri gesti
in Argentina, come ebbe peraltro modo di dirmi quattro giorni dopo l’elezione a Pontefice,
ricordandomi di avere assistito il Rinnovamento in Argentina. Ma non pensavo onestamente
che decidesse di unirsi a noi con tanta semplicità, generosità e paternità. Sarà allora
come un grande “Cenacolo a cielo aperto”.
D. – Nel tema della Convocazione
di Rinnovamento, c’è proprio la dimensione della “Chiesa in uscita missionaria”, così
tanto nel cuore di Papa Francesco...
R. – Questo Pontificato indica che la
Chiesa non vive per se stessa e non vive neanche di se stessa. Il Vangelo si alimenta
dell’incontro con gli altri, soprattutto degli ultimi. A Rimini, ogni anno, noi abbiamo
sperimentato la portata di tutto questo, accogliendo ammalati, esclusi, persone che
per tanti anni si sono tenute lontane dalla fede. Riteniamo che quest’anno, con questo
Pontificato, la “Chiesa in uscita missionaria” abbia bisogno di volti, abbia bisogno
di storie, di gesti. Ed è quello che noi vogliamo fare. Abbiamo ritenuto di porre
come sottotitolo questa espressione di Papa Francesco, che caratterizza il suo Pontificato,
perché anche noi abbiamo bisogno di uscire da noi stessi, dalle nostre rendite di
posizione, e di rendere ancora più comprensibile la portata di questa opera di rinnovamento
spirituale. Il Papa dice che è improrogabile il rinnovamento ecclesiale e sostiene
che soltanto attraverso una Chiesa in uscita missionaria noi renderemo giustizia della
bellezza e della bontà del Vangelo, che tutti invocano. Ecco, il nostro sogno – e
speriamo che diventi davvero realtà – è che tutto questo possa accadere non soltanto
l’1 o il 2 giugno, ma nella “ferialità” della vita dei cristiani, dei gruppi, delle
comunità ecclesiali.
D. – La dimensione della gioia è proprio nel Dna di Papa
Francesco nel suo ministero. Fra l’altro, anche nelle omelie delle Messe a Santa Marta,
più volte ha sottolineato che non è possibile un annuncio del Vangelo senza il sorriso...
R.
– Abbiamo in Papa Francesco la traduzione esperienziale, vitale di questa gioia, ma
è certo la gioia di Giovanni Paolo II, la gioia di Papa Benedetto. Va ribadito: il
Vangelo è manifestazione di gioia e pertanto è una contraddizione in termini pensare
che formalismi, forme in qualche modo di "perbenismo ecclesiale", come le definisce
lo stesso Papa Francesco, possano limitare l’espressione, la comunicazione di questa
gioia: è il registro della vita cristiana, è il gigantesco segreto della vita cristiana.
Per cui, sorprende che Papa Francesco, nei modi, ogni giorno, avvicini la gioia del
Vangelo alla gente, ma non deve sorprenderci il tono, non deve sorprenderci l’appello,
la richiesta. Questo è ciò che da duemila anni i cristiani raccontano: la gioia è
più grande delle tristezze, il bene è più grande del male e quel volto umano della
fede, rappresentato da Papa Francesco, lo sta testimoniando, convincendo anche i dubbiosi
e i lontani.