2014-01-29 14:17:44

Il Papa alla Convocazione del Rinnovamento. Martinez: sarà Cenacolo a cielo aperto


Papa Francesco presenzierà alla 37.ma Convocazione del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns), in programma allo Stadio Olimpico di Roma nei giorni 1 e 2 giugno prossimi. Il tema dell’evento è “Convertitevi! Credete! Ricevete lo Spirito Santo! Per una Chiesa in uscita missionaria”. Dopo l’annuncio, Alessandro Gisotti ha raccolto un primo commento di Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento nello Spirito in Italia:RealAudioMP3

R. – Certamente, l’emozione e la commozione, la mia e di tutti i membri del Rinnovamento, è grande. Sappiamo l’estemporaneità, la semplicità, la libertà che caratterizza questo Pontificato e la persona di Papa Francesco, che aveva già avuto modo di presenziare ad altri gesti in Argentina, come ebbe peraltro modo di dirmi quattro giorni dopo l’elezione a Pontefice, ricordandomi di avere assistito il Rinnovamento in Argentina. Ma non pensavo onestamente che decidesse di unirsi a noi con tanta semplicità, generosità e paternità. Sarà allora come un grande “Cenacolo a cielo aperto”.

D. – Nel tema della Convocazione di Rinnovamento, c’è proprio la dimensione della “Chiesa in uscita missionaria”, così tanto nel cuore di Papa Francesco...

R. – Questo Pontificato indica che la Chiesa non vive per se stessa e non vive neanche di se stessa. Il Vangelo si alimenta dell’incontro con gli altri, soprattutto degli ultimi. A Rimini, ogni anno, noi abbiamo sperimentato la portata di tutto questo, accogliendo ammalati, esclusi, persone che per tanti anni si sono tenute lontane dalla fede. Riteniamo che quest’anno, con questo Pontificato, la “Chiesa in uscita missionaria” abbia bisogno di volti, abbia bisogno di storie, di gesti. Ed è quello che noi vogliamo fare. Abbiamo ritenuto di porre come sottotitolo questa espressione di Papa Francesco, che caratterizza il suo Pontificato, perché anche noi abbiamo bisogno di uscire da noi stessi, dalle nostre rendite di posizione, e di rendere ancora più comprensibile la portata di questa opera di rinnovamento spirituale. Il Papa dice che è improrogabile il rinnovamento ecclesiale e sostiene che soltanto attraverso una Chiesa in uscita missionaria noi renderemo giustizia della bellezza e della bontà del Vangelo, che tutti invocano. Ecco, il nostro sogno – e speriamo che diventi davvero realtà – è che tutto questo possa accadere non soltanto l’1 o il 2 giugno, ma nella “ferialità” della vita dei cristiani, dei gruppi, delle comunità ecclesiali.

D. – La dimensione della gioia è proprio nel Dna di Papa Francesco nel suo ministero. Fra l’altro, anche nelle omelie delle Messe a Santa Marta, più volte ha sottolineato che non è possibile un annuncio del Vangelo senza il sorriso...

R. – Abbiamo in Papa Francesco la traduzione esperienziale, vitale di questa gioia, ma è certo la gioia di Giovanni Paolo II, la gioia di Papa Benedetto. Va ribadito: il Vangelo è manifestazione di gioia e pertanto è una contraddizione in termini pensare che formalismi, forme in qualche modo di "perbenismo ecclesiale", come le definisce lo stesso Papa Francesco, possano limitare l’espressione, la comunicazione di questa gioia: è il registro della vita cristiana, è il gigantesco segreto della vita cristiana. Per cui, sorprende che Papa Francesco, nei modi, ogni giorno, avvicini la gioia del Vangelo alla gente, ma non deve sorprenderci il tono, non deve sorprenderci l’appello, la richiesta. Questo è ciò che da duemila anni i cristiani raccontano: la gioia è più grande delle tristezze, il bene è più grande del male e quel volto umano della fede, rappresentato da Papa Francesco, lo sta testimoniando, convincendo anche i dubbiosi e i lontani.







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