2014-01-29 07:24:09

Domenica la Thailandia al voto nonostante il boicottaggio dell'opposizione


In Thailandia si è aperta formalmente la strada al voto di domenica, 2 febbraio, ma Bangkok teme un aumento della tensione e della violenza. L'opposizione intanto promette il blocco delle elezioni mentre il governo organizza contromisure. Il servizio di Stefano Vecchia:RealAudioMP3

La decisione definitiva di ieri del governo di procedere verso il voto del 2 febbraio ha aperto a giornate ricche di incognite per la capitale thailandese e l'intero paese. Un voto voluto con la certezza della vittoria, dato il boicottaggio dell'opposizione politica e per l'ampia preferenza accordata dall'elettorato nel luglio 2011, ma anche per lasciare aperta la possibilità di un ritorno dell'ex premier in esilio, Thaksin Shinawatra, il cui controllo sul governo è ampiamente riconosciuto. Un voto però negato da una dura protesta di piazza che anche la notte scorsa, per voce del suo leader Suthep Thaugsuban, ha confermato che non concederà alcuna possibilità al governo e che il voto non ci sarà. Almeno non nelle sue roccaforti a Bangkok e nelle provincie centrali e meridionali del paese. L'intransigenza dell'esecutivo, la pressione portata dall'imposizione dello stato d'emergenza sulla capitale e la scadenza dell'ultimatum per liberare un'area governativa che scade oggi, non sono incentivi al dialogo. Ancor meno i continui atti intimidatori e lo stillicidio di violenze che hanno avuto i manifestanti come vittime prime e che ancora proseguono. Prima dell'alba una granata è stata lanciata contro uno dei presidi anti-governativi provocando un ferito e questa mattina un ordigno ha danneggiato l'abitazione di un leader dell'opposizione. Sono 10 i morti e quasi 600 i feriti dalle prime violenze il 30 novembre scorso, in buona parte manifestanti. Vittime e un senso di oppressione che pesano, come l'inattività e per molti la collusione della polizia con il potere attuale, e sostengono la protesta sul terreno favorevole della capitale, finora con metodi sostanzialmente nonviolenti. Se i prossimi giorni fossero di repressione o di ulteriori attacchi l'atteggiamento potrebbe cambiare e le concomitanti manifestazioni filo-governative già annunciate potrebbero far crescere il livello della tensione. I manifestanti non nascondono la speranza di coinvolgere le forze armate, ma questo richiederebbe un'escalation della violenza, applicata o subita.







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