2014-01-28 08:08:00

Ucraina: Ianukovich e opposizioni a colloquio. Speranze di distensione


Spiragli di distensione in Ucraina. Nonostante non vi sia ancora nessun risultato concreto, ieri il presidente Ianukovich, fortemente contestato dalle nei giorni scorsi dai manifestanti europeisti, ha incontrato i leader delle opposizioni. Tra i temi in discussione: le riforme costituzionali, l’amnistia per i dimostranti arrestati e l’abolizione delle leggi anti-sommossa. Intanto, grande attesa per la riunione odierna del Parlamento di Kiev. Ce ne parla Giuseppe D’Amato:RealAudioMP3

Oggi potrebbe essere il giorno della verità in Ucraina. Alle 10 si riunisce la Rada in sessione straordinaria. Non si sa ancora se il governo Azarov presenterà la proprie dimissioni, permettendo la formazione di un Esecutivo tecnico o di unità nazionale. I capi delle opposizioni non hanno accettato le offerte di Janukovich per formare un nuovo governo. Il presidente è d’accordo per emendare l’attuale Costituzione e tornare alla Legge fondamentale del 2004. Si dovrebbe definire un iter per la sua riforma ed approvare l’amnistia per le persone arrestate in questi giorni. Si dovrebbe discutere poi della modifica delle leggi anti-manifestazioni, approvate il 16 gennaio scorso. In aula saranno presenti i tre presidenti ucraini post sovietici. Il timore è che colpi bassi e risse facciamo perdere ulteriore tempo, mentre nel Paese la situazione dell’ordine pubblico è pesante.

Ma come la Russia guarda all’evolversi della crisi ucraina? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Aldo Ferrari, esperto di area ex sovietica e docente alla Ca’ Foscari di Venezia:RealAudioMP3

R. – Dal punto di vista di Mosca, si tratta di un’evoluzione molto preoccupante, nel senso che con le sommosse precedenti Putin era riuscito sostanzialmente a distogliere l’Ucraina dal trattato di associazione con l’Unione Europea, finalizzato a concedere a Kiev un grossissimo prestito, che avrebbe ampiamente dato la possibilità all’economia ucraina di risollevarsi. Adesso non solo le violenze, ma la sensazione che il presidente Yanukovich non sia in grado di controllare la situazione e sia disposto a cedere la mano all’opposizione, chiaramente rimette in discussione tutto quello che sembrava essere un sostanziale successo di Mosca. Evidentemente la Russia, a questo punto, è preoccupata e sta cercando di rimediare, in qualche modo, a quello che dal suo punto di vista è un’evoluzione assolutamente negativa della situazione.

D. – Dal punto di vista energetico, Kiev dipende quasi totalmente da Mosca. La Russia potrebbe utilizzare questo argomento, per influenzare in qualche modo l’evolversi della crisi ucraina?

R. – La Russia lo ha già fatto, lo sta facendo e lo farà anche in futuro. La leva energetica è la principale, se non l’unica, insieme ovviamente agli armamenti nucleari, di cui la Russia dispone per fare politica internazionale. Se ne sta servendo ampiamente e da questo punto di vista l’Ucraina è quanto mai vulnerabile. Senza un accordo con la Federazione russa molto difficilmente, sia a livello politico che economico, l’Ucraina potrà uscire da questa crisi che l’attanaglia.

D. – Per ora l’Unione Europea sembra stare a guardare. Occorrerebbe invece da parte di Bruxelles un atteggiamento un po’ più concreto?

R. – Dal mio punto di vista Bruxelles ha la gravissima responsabilità di avere suscitato nella popolazione ucraina delle speranze, che non è poi concretamente in grado di supportare. L’Unione Europea non è in grado di accollarsi l’onere di un’Ucraina con un’economia gravemente arretrata, indebitata e poco compatibile con i parametri comunitari. Da questo punto di vista, spingere buona parte della società ucraina ad un confronto così violento pare essere poco prudente e poco equilibrato da parte dell’Unione Europea. Chiaramente, di fronte a violenze di questo tipo, sarebbe necessario che Bruxelles facesse sentire la sua voce, ma, a mio giudizio, in maniera più prudente, più equilibrata di quanto non abbia fatto finora. Bruxelles è in parte responsabile dell’aggravamento della situazione in Ucraina, a mio giudizio.







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