Tutta la Chiesa sia missionaria: così il Papa alle Pontificie Accademie
“ll ‘sogno di una scelta missionaria capace di rinnovare ogni cosa’ riguarda tutta
la Chiesa ed ogni sua parte. Anche le Pontificie Accademie sono chiamate a questa
trasformazione”. Così scrive Papa Francesco nel Messaggio inviato in occasione della
XVIII seduta pubblica delle Pontificie Accademie, sul tema “Oculata fides. Leggere
la realtà con gli occhi di Cristo”, e letto martedì pomeriggio dal segretario di Stato,
l’arcivescovo Pietro Parolin. Durante l’incontro, è stato consegnato anche il premio
delle Pontificie Accademie, assegnato ex aequo al professore padre Alessandro Clemenzia
e alla professoressa Maria Silvia Vaccarezza. Il servizio di Debora Donnini:
“Il sogno di
una scelta missionaria capace di rinnovare ogni cosa’ riguarda tutta la Chiesa ed
ogni sua parte. Anche le Accademie Pontificie sono chiamate a questa trasformazione,
per non far mancare al Corpo ecclesiale il contributo loro proprio”. E’ uno dei passaggi
centrali del Messaggio inviato da Papa Francesco al presidente delle Pontificio Consiglio
della Cultura e del Consiglio di coordinamento tra Accademie Pontificie, cardinale
Gianfranco Ravasi. Nel testo inviato in occasione della XVIII seduta pubblica delle
Pontificie Accademie, il Papa si sofferma sulla prospettiva di “una Chiesa tutta in
cammino e tutta missionaria” e sottolinea che non si tratta di fare operazioni esteriori,
“di facciata”. “Si tratta piuttosto, anche per voi, di concentrarsi ancora di più
‘sull’essenziale, su ciò che è più bello” e allo stesso tempo più necessario, sottolinea
richiamandosi all’Esortazione apostolica Evangelii gaudium. In tal modo la
proposta si semplifica, senza perdere per questo verità. “Domando - prosegue -
la vostra qualificata collaborazione, al servizio della missione di tutta la Chiesa”.
Nel Messaggio Papa Francesco si rifà, dunque, al tema dell’incontro “Oculata fides.
Leggere la realtà con gli occhi di Cristo” e rileva come si sia messo al centro dell’incontro
anche il rapporto fra l’Enciclica Lumen fidei e l’Esortazione apostolica Evangelii
gaudium. In entrambi questi Documenti - sottolinea – “ho voluto invitare a riflettere
sulla dimensione ‘luminosa’ della fede e sulla connessione tra fede e verità, da indagare
non solo con gli occhi della mente ma anche con quelli del cuore, cioè nella prospettiva
dell’amore”. “La fede conosce in quanto è legata all’amore, in quanto l’amore stesso
porta una luce”. E il Papa fa riflettere su come “all’indomani della Risurrezione
i suoi discepoli non contemplarono una verità puramente interiore o astratta, ma una
verità che si dischiudeva loro proprio nell’incontro col Risorto”. “Giustamente –
scrive – san Tommaso d’Aquino afferma che si tratta di una oculata fides, di una fede
che vede!”. Da questo derivano importanti conseguenze sia per l’agire dei credenti
sia per il metodo di lavoro dei teologi. “La verità oggi è ridotta spesso ad autenticità
soggettiva del singolo, valida solo per la vita individuale”, sottolinea citando
ancora l’Enciclica Lumen fidei. “Una verità comune ci fa paura – prosegue -
perché la identifichiamo con l’imposizione intransigente dei totalitarismi. Se però
la verità è la verità dell’amore, se è la verità che si schiude nell’incontro personale
con l’Altro e con gli altri, allora resta liberata dalla chiusura nel singolo e può
fare parte del bene comune … Lungi dall’irrigidirci, la sicurezza della fede ci mette
in cammino, e rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti”. A leggere
il Messaggio del Papa il segretario di Stato, l’arcivescovo Pietro Parolin che ha
evidenziato come la fede cristiana non sia cieca ma contenga una visione che durante
il nostro pellegrinaggio terreno è come in uno specchio e che nell’eternità che ci
attende tutti sarà faccia a faccia. Ad intervenire alla seduta pubblica delle Pontificie
Accademie anche il cardinale Gianfranco Ravasi e mons. Piero Coda, Accademico della
Pontifica Accademia di Teologia. Il Premio delle Pontificie Accademie è stato assegnato
ex aequo a due giovani studiosi: padre Alessandro Clemenzia, per l’opera dal titolo
“Nella Trinità come Chiesa. In dialogo con Heribert Mühlen”, e alla professoressa
Maria Silvia Vaccarezza, per l’opera “Le ragioni del contingente. La saggezza pratica
tra Aristotele e Tommaso d'Aquino”.