2014-01-28 15:47:26

Preziosi documenti sulle persecuzioni dei cristiani in Giappone tornano alla luce grazie alla collaborazione tra Biblioteca Vaticana e Istituzioni giapponesi


RealAudioMP3 La Biblioteca Apostolica Vaticana annuncia la nascita di una collaborazione con le istituzioni giapponesi, collegate al National Institute for Humanities (Nihu), per inventariare, conservare, digitalizzare, studiare e catalogare i circa diecimila documenti del fondo 'Carte Marega' che riguardano la persecuzione subita dai cristiani giapponesi tra il XVII e il XVIII secolo. "La scelta del Giappone di finanziare la digitalizzazione di questi preziosi documenti conservati nella nostra Biblioteca, che testimoniano le violenze attuate, secoli fa, dalle autorità civili locali sui fedeli cristiani, fa onore alle stesse istituzioni giapponesi, ma potremmo dire che non stupisce noi della Biblioteca", spiega il prefetto della Bav, don Cesare Pasini. "Siamo grati ma anche non sorpresi, perché siamo abituati a scoprire che la cultura apre molte strade e permette di capirsi. Anche perché conoscere la verità storica è sempre una via buona. E trovarsi tra persone che vogliono conoscere meglio il loro passato per collaborare nel presente arricchisce gli uni e gli altri. Siamo veramente contenti, perciò, che i nostri colleghi giapponesi, con tutta la loro competenza, professionalità, il loro ordine e la loro cortesia, abbiano preso a cuore il lavoro su queste carte". Il fondo 'Carte Marega' prende il nome dal salesiano don Mario Marega (1902 - 1978) che fu missionario im Giappone e raccolse questi documenti nei decenni Trenta e Quaranta del secolo scorso facendoli poi pervenire a Roma. "Si tratta di una raccolta unica", spiega Pasini. "Non ne esiste un'altra così ampia che metta insieme tutti i documenti che riguardano la vita dei cristiani tra Seicento e Ottocento in quella che oggi si chiama la prefettura di Oita, nell'Isola meridionale Kiushu dell'arcipelago giapponese". "Si tratta di documenti civili che non provengono da fonte cristiana ma da fonte pubblica", spiega il prefetto della Biblioteca Vaticana. "Le autorità pubbliche giapponesi soprattutto dal 1600, attraverso lo Shogun che prese il potere al posto dell'imperatore, attuarono una severa repressione sistematica del cristianesimo. I cristiani dovevano perciò essere rintracciati e costretti ad abiurare". Le 'Carte Marega' raccolgono perciò atti di apostasia, registri dei cristiani e certificati che attestano la raccapricciante pratica dell'e-fumi, cerimonia nella quale s'imponeva ai cristiani di calpestare la croce o un'immagine sacra, per dimostrare la loro abiura. "Tutto questo - spiega Pasini - è documentato e ci permette di approfondire le vicende dei martiri di quell'epoca, ma anche di coloro che non riuscirono a mantenere la fede". "E' impressionante l'opera di controllo attuata periodicamente dalle autorità giapponesi anche sulle famiglie di coloro che avevano già abiurato per impedire che potessero riacquistare la fede", spiega don Pasini. "Questa collaborazione è nata - aggiunge il Prefetto della Vaticana - perché non appena abbiamo rimesso la nostra attenzione su queste carte, che meritavano di essere inventariate e conosciute meglio, prendendo contatti con le autorità culturali giapponesi ci siamo accorti del loro grande interesse per questo materiale. Ne è nato un circolo virtuoso che ha dato vita a un progetto per valorizzare quei documenti dal punto di vista storiografico che oggi possiamo rendere pubblico". Frutto della collaborazione sarà la digitalizzazione del fondo 'Carte Marega', ma anche l'inventariazione di questi documenti, ancora conservati nelle 'sacche' originali. Due operazioni che in pratica procederanno di pari passo. "Riflettere sul fatto che i cristiani giapponesi in quei secoli, come ci raccontano le 'Carte Marega', fossero costretti a tramandare in famiglia rosari e crocifissi - spiega Pasini - , camuffandoli per non incorrere in sanzioni, ci fa riflettere sulle tante situazioni in cui, purtroppo ancora oggi, viene violata la libertà religiosa". (a cura di Fabio Colagrande)







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