Perù-Cile. La Chiesa: la controversia sui confini marittimi risolta in modo pacifico
Perù e Cile sono un esempio per il mondo di come risolvere le proprie divergenze in
modo pacifico, ricorrendo alla Corte internazionale di giustizia dell'Aia per risolvere
la controversia sui confini marittimi: è quanto ha affermato il presidente della Conferenza
episcopale peruviana (Cep), mons. Salvador Pineiro, arcivescovo di Ayacucho. Il presidente
della Cep si è espresso così mentre veniva resa nota la sentenza della Corte Internazionale
che ridisegna i confini marittimi tra Perù e Cile, attribuendo più della metà dei
circa 40mila chilometri quadrati (oggetto della disputa) a Lima, e lasciando a Santiago
il grosso delle ricche zone di pesca. Pur non avendo accontentato le richieste originarie
delle parti, la sentenza dovrebbe portare a un miglioramento nei rapporti tra i due
Paesi. Adesso tocca a Perù e Cile stabilire i confini nel dettaglio, visto che si
sono impegnati a rispettare il verdetto della Corte delle Nazioni Unite. "E' la prima
volta che cerchiamo soluzioni senza armi, senza protestare, ma con il dialogo, la
riflessione e la responsabilità" ha detto l'arcivescovo, sottolineando che entrambi
i governi di Perù e Cile si sono impegnati a rispettare la sentenza e riconoscendo
gli sforzi compiuti dalle autorità peruviane e cilene nel promuovere la fratellanza.
"Se fosse stato facile, non saremmo andati in tribunale. Quindi accetteremo la sentenza
e ci daremo un abbraccio tra fratelli" ha detto il presule all’agenzia peruviana Andina.
La nota pervenuta all'agenzia Fides conclude con l’augurio di mons. Pineiro: "Il popolo
del Perù e quello del Cile sono interessati a rafforzare ulteriormente le relazioni
bilaterali, perché entrambi amano la libertà, credono nella democrazia e nella giustizia".
(R.P.)