2014-01-28 14:56:16

Il vescovo di Pordenone su Electrolux: vertenza sottovalutata, la politica si interessi di più


Preoccupazione per la vertenza Electrolux. Per superare la crisi, l’azienda propone un taglio dei salari di 130 euro al mese. Gli operai degli stabilimenti interessati, Susegana in Veneto e Porcia in Friuli, sono scesi in sciopero e i sindacati ribadiscono la richiesta che la vertenza sia presa in carico dalla Presidenza del Consiglio. Per oggi il ministro Zanonato ha convocato le parti a Roma. Alessandro Guarasci ha sentito il vescovo di Concordia-Pordenone, mons. Giuseppe Pellegrini: RealAudioMP3


R. – La crisi dell’Electrolux si inserisce in una crisi produttiva di tutto il territorio: sono tantissime famiglie che stanno soffrendo e tantissime comunità. Oltre all’aspetto economico in sé, c’è anche un forte problema antropologico di identità. Dobbiamo ricordare che la Zanussi è stata alla base – possiamo dire - dello sviluppo di tutta la città di Pordenone e del territorio connesso: andando in crisi questa fabbrica storica, tantissimi cominciano anche a perdere un po’ quella speranza e quelle prospettive che avevano costruito in questi anni. Ecco perché come Chiesa e come comunità cristiana siamo preoccupati: stiamo vedendo tantissima gente soffrire economicamente, ma soprattutto stiamo vedendo tantissima gente che sta perdendo la speranza.

D. – Il ministro Zanonato ha detto che lo stabilimento di Porcia non chiuderà. E’ una vertenza che si è in parte sottovalutata?

R. – Sì, per questa attività ma anche per tante altre attività. Dobbiamo ben dire che il Friuli Venezia Giulia - a livello di popolazione - è piccola come regione: è un po’ ai confini, è una delle periferie… Ecco perché speriamo che da parte della politica ci sia anche un più forte interessamento a questo territorio.

D. – Lei vede nella vostra Caritas, nella vostra diocesi un aumento delle richieste di aiuto da parte delle famiglie in questo periodo?

R. – Come no, come no! Tantissimo, tantissimo! E’ già un paio di anni che abbiamo costituito un fondo di solidarietà messo insieme dai presbiteri: tutti noi preti ci siamo autotassati di uno stipendio l’anno da offrire proprio per questo fondo di solidarietà. E questo per essere più vicini concretamente ai vari tipi di bisogni, ma anche per pensare a qualche altra forma più precisa di solidarietà, anche per quelle persone che stanno perdendo la loro professione e il loro lavoro.

Ultimo aggiornamento: 29 gennaio







All the contents on this site are copyrighted ©.