2014-01-27 13:17:10

Ucraina: ancora tensioni. Attesa sull'ipotesi di un governo delle opposizioni


Si estende in Ucraina la protesta antigovernativa. Tra i palazzi del potere nelle mani dei dimostranti filoeuropeisti anche il Ministero della Giustizia, mentre si attende la decisione dei deputati della Rada sull’ipotesi di un governo gestito delle opposizioni, in base all’ipotesi lanciata dal presidente Ianukovich. Intanto ci si chiede come la Russia, strettamente legata alla sua ex provincia da stretti rapporti economico-commerciali, guardi all’evoluzione della crisi ucraina. Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Aldo Ferrari, docente alla Ca’ Foscari di Venezia, esperto dell’area ex sovietica:RealAudioMP3

R. – Dal punto di vista di Mosca, si tratta di un’evoluzione molto preoccupante, nel senso che con le sommosse precedenti Putin era riuscito sostanzialmente a distogliere l’Ucraina dal trattato di associazione con l’Unione Europea, finalizzato a concedere a Kiev un grossissimo prestito, che avrebbe ampiamente dato la possibilità all’economia ucraina di risollevarsi. Adesso non solo le violenze, ma la sensazione che il presidente Yanukovich non sia in grado di controllare la situazione e sia disposto a cedere la mano all’opposizione, chiaramente rimette in discussione tutto quello che sembrava essere un sostanziale successo di Mosca. Evidentemente la Russia, a questo punto, è preoccupata e sta cercando di rimediare, in qualche modo, a quello che dal suo punto di vista è un’evoluzione assolutamente negativa della situazione.

D. – Dal punto di vista energetico, Kiev dipende quasi totalmente da Mosca. La Russia potrebbe utilizzare questo argomento, per influenzare in qualche modo l’evolversi della crisi ucraina?

R. – La Russia lo ha già fatto, lo sta facendo e lo farà anche in futuro. La leva energetica è la principale, se non l’unica, insieme ovviamente agli armamenti nucleari, di cui la Russia dispone per fare politica internazionale. Se ne sta servendo ampiamente e da questo punto di vista l’Ucraina è quanto mai vulnerabile. Senza un accordo con la Federazione russa molto difficilmente, sia a livello politico che economico, l’Ucraina potrà uscire da questa crisi che l’attanaglia.

D. – Per ora l’Unione Europea sembra stare a guardare. Occorrerebbe invece da parte di Bruxelles un atteggiamento un po’ più concreto?

R. – Dal mio punto di vista Bruxelles ha la gravissima responsabilità di avere suscitato nella popolazione ucraina delle speranze, che non è poi concretamente in grado di supportare. L’Unione Europea non è in grado di accollarsi l’onere di un’Ucraina con un’economia gravemente arretrata, indebitata e poco compatibile con i parametri comunitari. Da questo punto di vista, spingere buona parte della società ucraina ad un confronto così violento pare essere poco prudente e poco equilibrato da parte dell’Unione Europea. Chiaramente, di fronte a violenze di questo tipo, sarebbe necessario che Bruxelles facesse sentire la sua voce, ma, a mio giudizio, in maniera più prudente, più equilibrata di quanto non abbia fatto finora. Bruxelles è in parte responsabile dell’aggravamento della situazione in Ucraina, a mio giudizio.







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