Ancora violenze in Iraq. Oltre 13 ieri le vittime in vari attentati
Prosegue l’ondata di violenza in Iraq. Sono 13 le persone uccise ieri - di cui 4 solo
a Kirkuk per l'esplosione di autobombe. Diversi soldati iracheni sono stati catturati
vicino Falluja, caduta da alcune settimane nelle mani dei combattenti legati ad al
Qaeda. Il servizio di Filippo Passantino: Da circa due settimane
l’esercito sta cercando di riprendere Falluja e anche alcuni quartieri di Ramadi sotto
il controllo degli insorti. Un’operazione che al momento non ha sortito alcun successo.
Anzi, i combattenti antigovernativi hanno attaccato un edificio dell’esercito alla
periferia di Falluja, costringendo i soldati alla ritirata. Almeno 22 soldati sarebbero
stati catturati dai ribelli. Sulla gravità della situazione, Maura Pellegrini Rhao
ha intervistato don Renato Sacco, coordinatore del Pax Christi, il movimento
cattolico internazionale per la pace
R. - Le notizie che arrivano dall’Iraq
ci scuotono. Forse, in questi ultimi anni, l’Iraq è stato dimenticato! Dimenticati
i morti; dimenticate le fatiche; dimenticati i profughi; dimenticati anche i sogni
di speranza di chi sta lavorando, come la Chiesa caldea, per il ritorno di chi era
fuggito. Queste notizie ci chiedono una solidarietà immediata. Ventitré anni fa, di
questi giorni, iniziava la prima Guerra del Golfo: questi sono i risultati della guerra!
Le
vittime dall’inizio di gennaio sono 850, tre volte in più rispetto allo stesso mese
del 2013.