2014-01-26 08:28:11

Ucraina sull'orlo della guerra civile


L'Ucraina e' sull'orlo del baratro e c'e' chi teme una guerra civile, ma non si riesce ancora a trovare una soluzione condivisa e pacifica alla crisi. Circa duemila manifestanti ucraini si sono ammassati nella notte lungo Casa Ucraina, un edificio vicino piazza Maidan a Kiev occupato dalla polizia. Alcuni di loro sono riusciti a penetrare nell'edificio e hanno lanciato bombe molotov. La polizia ha risposto con granate assordanti.

L'opposizione, intanto, ha rifiutato la proposta di guidare il governo che, incalzato dagli eventi, il presidente Viktor Ianukovich ha avanzato per cercare di salvare la poltrona: una mossa a sorpresa, che prevedeva di sacrificare il fedele premier Mikola Azarov per affidare il governo ai suoi avversari politici e dare vita a un esecutivo guidato da Arseni Iatseniuk, capogruppo del partito della Timoshenko, con Vitali Klitschko vice premier per gli affari umanitari. Klitschko e Iatseniuk chiedono pero' di piu' a Ianukovich: l'abrogazione delle "liberticide" leggi anti-protesta (che il presidente vuole solo modificare) e le elezioni presidenziali
subito, quest'anno, e non nel 2015 come previsto.

"Ianukovich ha accettato molte delle nostre richieste - ha detto Klitschko -, ma su altre continueremo a cercare un compromesso. Non faremo nessun passo indietro". A rimanere apparentemente fuori dai giochi e' il terzo leader dell'opposizione: l'ultranazionalista Oleg Tiaghnibok, il cui partito 'Svoboda' e' stato sempre in prima fila in questi due mesi di proteste e che, stasera, a sua volta parlando alla piazza insieme agli altri leader ha tuonato: "la lotta continua, siamo determinati e non torneremo sui nostri passi". E la proposta di Ianukovich - che non ha intenzione di mollare la presidenza, come chiesto dai manifestanti – secondo alcuni osservatori mirava anche a dividere l'opposizione. Niente di fatto comunque, e del resto neanche la piazza sembrava aver accolto questa possibile soluzione con molto entusiasmo, anzi.

L'Europa e' preoccupata ed e' sceso in campo anche il premier Letta, chiedendo che "si fermi la violenza e riparta il dialogo". "Guardiamo con angoscia a questa crescita continua degli scontri e della repressione. L'Unione europea non puo' accettare un'evoluzione cosi' drammatica degli eventi", ha aggiunto. Il ministero dell'Interno ucraino ha accusato gli insorti di aver "ferito e rapito" tre poliziotti a Kiev e di aver accoltellato uno di loro, mentre gli altri due sarebbero stati liberati in serata ma avrebbero dei segni di tortura sul corpo.

La rivolta intanto dilaga in tutto il Paese, soprattutto nell'ovest filo-occidentale, e sono gia' 11 su 25 le regioni in cui i palazzi del potere locale sono in mano ai manifestanti, con la polizia che a volte si e' anche schierata dalla loro parte o non e' intervenuta. A questi si aggiunge il ministero dell'Energia (prima occupato, poi solo presidiato) e quello dell'Agricoltura, in cui hanno fatto irruzione i militanti di 'Spilna Sprava'. La facilita' con cui gli insorti penetrano nei palazzi del potere mostra come governo e presidente non abbiano il controllo della situazione, soprattutto a ovest, mentre l'est, nonostante alcune manifestazioni antigovernative, resta il feudo elettorale di Ianukovich e a Donetsk migliaia di persone hanno manifestato in suo favore "contro la guerra civile".

L'occupazione dei palazzi del potere e' pero' un grosso problema per il capo dello Stato, che per cercare di venirne fuori ha promesso un'amnistia per tutti quelli che hanno partecipato alle proteste, ma in cambio della liberazione degli edifici. La proposta di Ianukovich - che prevedeva anche una revisione della costituzione per ridurre i poteri presidenziali e tornare ad una repubblica parlamentare - e' stata avanzata in un vertice con l'opposizione. Ed e' arrivata subito dopo che il commissario Ue all'Allargamento Stefan Fule ha incontrato i protagonisti della politica ucraina chiedendo "una serie di passi concreti per cominciare a ricostruire la fiducia della gente fermando la spirale della violenza".








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