Siria: ripresi negoziati a Ginevra, si discute sui prigionieri tra cui diversi religiosi
La sorte dei prigionieri in Siria, tra cui diversi religiosi, è al centro dei colloqui
di pace ripresi oggi a Ginevra. Allo stesso tavolo sono tornati a sedersi rappresentanti
del governo di Damasco e delle forze di opposizione, che si parlano attraverso il
mediatore di Onu e Lega Araba, Brahimi. Il diplomatico, durante la conferenza stampa
di ieri, al termine del primo round negoziale, ha annunciato che si lavora ad un possibile
cessate il fuoco nella città di Homs per consentire l’ingresso di convogli umanitari.
“Spero che gli aiuti arrivino già lunedì”, ha detto Brahimi, precisando che si tratta
solo di una richiesta avanzata dalle Nazioni Unite. Nessun accenno all’eventualità
di un governo di transizione, ipotesi già bocciata dalla delegazione del regime siriano.
Su questo punto le posizioni rimangono diametralmente opposte: l'opposizione insiste
sulla rimozione del presidente Bashar al Assad, mentre il governo rifiuta affermando
che a Ginevra si deve discutere solo della "lotta ai terroristi". Le questioni più
propriamente politiche – ha spiegato il mediatore internazionale - saranno affrontate
nei prossimi giorni, si spera dopo qualche segnale di fiducia tra le parti. Nella
conferenza stampa di ieri Brahimi ha ammesso che non è stato raggiunto alcun accordo
formale ma ha anche auspicato che i colloqui possano proseguire.