2014-01-25 14:31:49

Pakistan: la Chiesa promuove una Giornata di preghiera per la pace


Una giornata di preghiera per la pace in Pakistan. L’iniziativa della Chiesa locale, che si è svolta ieri, nasce con l’obiettivo di sensibilizzare i fedeli e la popolazione civile sugli attentati dei talebani che hanno insanguinato il Paese. In tutte le chiese sono state ricordate le vittime del terrorismo, che dall’inizio dell’anno sono già decine. A spiegare le difficoltà nel dialogo con i talebani è Shahid Mobeen, docente dell’Università Pontifica Lateranense e fondatore dell’associazione pakistani cristiani in Italia, intervistato da Filippo Passantino: RealAudioMP3

R. – Il terrorismo in Pakistan non è un problema nuovo, ha già alcuni decenni di storia. Attualmente la situazione è peggiorata a causa del Tehrik-e Taliban Pakistan e di tutte le associazioni che vi hanno aderito, che sono 79 sul territorio nazionale. Ognuno agisce a nome proprio, ma poi si collegata – alla fine dei conti – a questo movimento, che è un movimento del salafismo islamico in Pakistan, arrivato negli ultimi 20 anni.

D. – Ma si sta cercando un dialogo con i gruppi terroristici?

R. – Il dialogo con i gruppi terroristici è qualcosa che sta costando molto al Pakistan, al governo, alle forze armate, perché tutti stanno perdendo i propri cari o il proprio personale seguendo questa direzione. E questo perché la mattina il capo dei talebani in Waziristan è disponibile al dialogo e la sera a Karachi fanno un attentato e uccidono 20 persone, vicino alla moschea… Per cui è un po’ difficile questo lavoro per il dialogo con i talebani!

D. – La Chiesa cattolica pachistana ha indetto una Giornata di preghiera contro il terrorismo: quali effetti può sortire questa iniziativa?

R. – Anzitutto la preghiera è sostegno per tutti e non solo per i cristiani! La preghiera – visto che in alcune sedi saranno presenti anche rappresentanti di altri religioni – sarà una preghiera che si farà insieme. Penso che potrà illuminare i cuori e le menti delle persone che aderiscono e anche coloro per i quali si pregherà: l’intenzione è di pregare per la pace in Pakistan! E’ il desiderio di tutti i cittadini e non solo delle minoranze religiose. La Chiesta sta dando il suo contributo e infatti la Commissione nazionale Giustizia e Pace, il vescovo e il presidente della Conferenza episcopale hanno rapporti molti stretti e sono molto vicini a tutte le altre religioni. In questa ottica gli stessi musulmani spesso vengono in aiuto e in difesa dei cristiani. Penso che questo lavoro sia solamente frutto della preghiera e di un orientamento che può essere radicato in Cristo, che porta il messaggio dell’amore, il messaggio della pace, anche qui in Pakistan, che sta avendo queste difficoltà come conseguenza del terrorismo.

Ultimo aggiornamento: 27 gennaio







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