2014-01-25 15:52:52

Limiti e possibilità della mente umana, lectio magistralis di Noam Chomsky in Vaticano


Possibilità e limiti della mente umana sono stati il tema, questo sabato, della lectio magistralis del filosofo e linguista statunitense Noam Chomsky, organizzata dal Pontificio Consiglio della Cultura e dalla Fondazione Scienza e Fede – STOQ. All’incontro, dedicato a “Neuroscienze, natura umana e linguaggio”, ha partecipato anche il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Per noi c’era Davide Maggiore:RealAudioMP3

Bisogna “comprendere meglio portata e limiti della mente umana” ha spiegato Chomsky. E ci si deve porre la domanda “se ci siano davvero le capacità intrinseche di capire tutto” o se concetti fondamentali “come il libero arbitrio” resteranno comunque al di là della comprensione umana. La questione è stata affrontata dal linguista attraverso un rapido viaggio attraverso le grandi teorie della filosofia moderna, da Cartesio a Newton, Locke e Hume, per finire con i recenti tentativi delle neuroscienze di spiegare i meccanismi del pensiero umano. Per quanto l’invito sia sempre quello di “continuare a cercare”, Chomsky ha aggiunto che l’uomo evolve e si sviluppa, ma lo fa “con dei limiti”, e che non è corretto cercare di spiegare il funzionamento della mente solo attraverso i meccanismi chimici del cervello: andrebbero invece recuperate altre dimensioni, come il linguaggio e il suo “aspetto creativo”. Un elemento, questo, su cui si è soffermato anche il cardinale Gianfranco Ravasi:

R. - Non dimentichiamo mai che proprio nella religione ebraico-cristiana è la parola il simbolo più importante e il segno più significativo per parlare di Dio. Quindi interessarci del linguaggio vuol dire, in qualche modo, già cominciare a studiare non soltanto l’uomo, ma anche – secondo le Scritture – la stessa divinità. Tanto è vero che l’inizio della Creazione è una parola pronunciata da Dio.

D. – Con quale approccio la Fondazione Scienza e Fede e il Pontificio Consiglio della Cultura affrontano queste questioni?

R. – L’approccio è sostanzialmente legato a una parola, che è fondamentale in tutti i confronti che si devono fare nel mondo della cultura, nel mondo della scienza, nel mondo della società e cioè la parola “dialogo”. E dialogo in greco vuol dire due “logoi”, due discorsi che si confrontano. Non sono discorsi uguali, evidentemente: il discorso scientifico ha il suo processo, ha i suoi metodi, ha il suo percorso; il discorso teologico ha il suo statuto, le sue caratteristiche. E’ importante che ci sia l’ascolto reciproco, perché la realtà è complessa e non può essere esaurita con un’unica conoscenza, che è quella scientifica, ma anche con altre conoscenze, come quella della fede, quella della poesia, quella dell’arte, e anche quella dei sentimenti e dell’amore.







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