Centrafrica: appello di Pax Christi perchè cessi la violenza
Si è insediata nei giorni scorsi Catherine Samba-Panza, la nuova presidente ad
interim della Repubblica Centrafricana, Paese da oltre un anno teatro di una sanguinosa
guerra civile, che ha causato quasi 2 mila morti e decine di migliaia di sfollati.
Sui due fronti opposti, ci sono gli ex ribelli Seleka e i fedeli all’ex presidente
Bozizé, deposto nel marzo 2013. Gli scontri però non hanno avuto tregua: al centro
di Bangui, nuove violenze hanno lasciato sul campo almeno dieci vittime. In questo
scenario, Pax Christi International ha lanciato un forte appello: “È tempo
di porre fine alla sofferenza delle persone – si legge in una nota – restaurare la
sicurezza, provvedere all’assistenza umanitaria della popolazione e supportare gli
sforzi dei leader politici e religiosi che mirano a restaurare la pace e la riconciliazione”.
Confidando nel ruolo di mediatrice della neo presidente, che sin da subito ha invocato
la pace, Pax Christi lancia l’allarme anche per la grave situazione dei bambini-soldato,
circa 6mila in tutto il Paese. “Arruolare i minori è orribile e immorale”, prosegue
la nota, che ricorda poi la drammatica situazione del milione di sfollati “costretti
a lasciare le proprie case”. “È tempo di ricostruire il Paese – afferma Pax Christi
International – e di rafforzare i coraggiosi sforzi di molte congregazioni religiose
ed opere missionarie presenti nella zona. Auspichiamo che essi possano portare avanti
il loro lavoro, aiutando generosamente la popolazione in ogni modo possibile, per
restaurare un clima di pace e di riconciliazione fra tutti i gruppi sociali”. Ribadendo,
quindi, che fino all’inizio del conflitto, cristiani e musulmani hanno convissuto
in modo pacifico nel Paese, Pax Christi punta il dito contro chi vuole bollare
gli scontri attuali come un conflitto religioso e ribadisce la necessità di promuovere
uno spirito di “tolleranza, rispetto, unità e fraternità” all’interno delle comunità.
La nota si conclude con un appello alla comunità internazionale, affinché dia il suo
contributo per porre fine alle violenze e perché si preghi per le tante vittime del
conflitto. (I.P.)