Siria: strada in salita alla Conferenza di pace. Damasco minaccia il ritiro della
delegazione
Posizioni ancora distanti fra governo e opposizione siriana alla Conferenza di pace
che, oggi, si è spostata a Ginevra, dopo la fase svoltasi a Montreux. Damasco non
accetterà la richiesta dell'opposizione di formare un governo di transizione, ha dichiarato
il ministro dell'Informazione, Omran Zoabi. Senza questo, invece, l’opposizione ribadisce
che non avrà colloqui diretti. Gli incontri con le due delegazioni siriane si svolgono,
dunque, separatamente. Il servizio di Debora Donnini:
"Non accetteremo
questa richiesta". E’ netta la risposta del governo siriano all’opposizione che chiede
un esecutivo di transizione e ribadisce che non ci saranno colloqui diretti con Damasco
fino a quando non adotterà formalmente il comunicato del 30 giugno 2012 della cosiddetta
"conferenza di Ginevra 1" che chiedeva, appunto, la formazione di un governo di transizione.
Netto anche il vice ministro degli esteri siriano, Faysal Miqdad: "Sogna - afferma
- chi pensa di discutere la rimozione del presidente Bashar al Assad". I delegati
siriani di entrambe le parti oggi non siedono, dunque, al tavolo delle trattative
insieme, nonostante gli sforzi del mediatore delle Nazioni Unite e della Lega araba,
Lakhdar Brahimi, che nel pomeriggio incontra l’opposizione. In mattinata aveva parlato
con la delegazione del governo di Assad, guidata dal ministro degli esteri siriano.
Walid Muallem ha intimato che o il confronto diventerà serio entro domani o i rappresentanti
di Damasco lasceranno Ginevra. Strada in salita, dunque, alla Conferenza dove prosegue
comunque il lavoro della diplomazia.