Giornata dei malati di lebbra: 230 mila nuovi casi, 10 milioni i disabili
Ieri - come ha ricordato il Papa all'Angelus - è stata celebrata la 61.ma la Giornata
mondiale dei malati di lebbra, in difesa dei loro dei diritti ancora oggi sovente
ignorati, a causa di povertà ed ignoranza. Secondo il Rapporto 2013 dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità, l’80% dei nuovi casi sono concentrati in India, Brasile ed
Indonesia. Roberta Gisotti ha intervistato Anna Maria Pisano, medico,
presidente dell’Aifo-Associazione italiana Amici di Raoul Follereau, intitolata al
giornalista francese, che nel secolo scorso dedicò la sua vita “contro la lebbra e
contro tutte le lebbre” dell’ingiustizia fra gli uomini:
D. - Dott.ssa
Pisano, sappiamo che da oltre 30 anni la lebbra è curabile grazie alla polichemioterapia,
anche se non è ancora una malattia estinta. Quanti sono oggi i malati di lebbra e
quanti sono i nuovi casi ogni anno?
R. - Sono oltre 230 mila, ma tante nazioni
non vengono registrate: per cui si calcola che siano almeno il doppio. Oltre quelli,
ci sono poi circa 10 milioni di pazienti ex malati di lebbra che, essendo arrivati
tardi alla cura, rimangono disabili: quindi hanno un bisogno continuo di avere protesi,
cure per le ulcere, assistenza.
D. - Il lebbroso sottoposto a cura non è contagioso.
Eppure restano tanti pregiudizi?
R. - Sì, è vero pure in questo nostro 2014!
Si sa benissimo che adesso è una malattia perfettamente curabile e non solo è perfettamente
curabile, ma dopo una sola settimana - facciamo anche un mese per la maggior sicurezza
- dall’inizio della cura, la malattia è assolutamente non contagiosa, perché si ha
proprio una frammentazione dei microbi e quindi del batterio di Hansen. Nonostante
questo, c’è veramente paura, per cui ancora - me lo riferiva anche il medico coordinatore
del nostro progetto in India - in tanti posti anche i medici stessi hanno paura di
toccare un paziente malato di lebbra! Una delle cose che la distingue è proprio il
fatto che sia una malattia emarginante, per cui ancora oggi il paziente di lebbra
teme perché la sua famiglia viene completamente emarginata, scacciata dalla società:
perde il lavoro, perde la famiglia… Quindi rimane veramente un lebbroso nel
senso proprio della parola.
D. - Lei ha citato l’India, che è il Paese più
colpito…
R. - L’India è assolutamente il Paese più colpito; è anzi il Paese
dove, con l’idea che la lebbra fosse vinta o quasi vinta, si sono allentati tutti
i controlli. Per questo adesso si sono ritrovati non solo con ancora molti malati
di lebbra, ma anche senza gli specialisti tecnici e pratici formati per quanto riguardasse
la lebbra, che nel frattempo si erano andati perdendo …
D. - Dott.ssa Pisano,
quali iniziative in questa Giornata per sensibilizzare l’opinione pubblica?
R.
- Ci sono dei piccoli banchi in tantissime città di Italia - quasi un migliaio di
banchetti - dove si darà materiale illustrativo e si offrirà il “miele della solidarietà”,
che rappresenta il nostro simbolo per il malato di lebbra; il miele della solidarietà
è in un sacchetto di iuta, realizzato dalle donne guarite nei progetti dell’India.
Offriremo, tra l’altro, gadget e informazioni. Siamo convinti che una delle cose principali
da fare sia trasmettere una cultura della fraternità, della vicinanza fra i popoli,
e della giustizia, perché non c’è carità senza giustizia! Noi facciamo formazione
nelle scuole, formazione tra la gente, cercando così di sensibilizzare sulle malattie
dimenticate, sull’amore fra i popoli e sul fatto di essere tutti sotto lo stesso cielo!