Mons. Chullikatt all'Onu: processo di pace in Medio Oriente sia "ringiovanito"
“Ginevra 2”, la “speranza” per la Siria. Il negoziato israelo-palestinese, la “necessità”
per arrivare a una pace attesa da troppo tempo. Davanti alla sessione del Consiglio
di sicurezza Onu, riunito per discutere della situazione generale del Medio Oriente,
e di quella palestinese in particolare, Mons. Chullikatt – osservatore vaticano presso
le Nazioni Unite di New York – ha ribadito lunedì scorso la posizione della Santa
Sede sui entrambi i fronti. La sintesi del suo intervento nel servizio di Alessandro
De Carolis:
“Le decisioni
coraggiose sono raramente facili” e, anzi, possono essere politicamente “impopolari”.
E tuttavia, di fronte alla realtà del conflitto in Medio Oriente, tutti coloro che
vi guardano con speranza “vedono la necessità di un cambiamento”. Mons. Chulikatt
non si nasconde dietro un linguaggio di opportunità. Soprattutto perché la pace tra
israeliani e palestinesi non è questione che ancora possa essere dibattuta procedendo
per sofismi diplomatici:
“Peace is not simply the absence of war but… La
pace non è semplicemente l'assenza di guerra, ma richiede che le esigenze della giustizia
siano soddisfatte per tutti i popoli e le comunità. La mia delegazione, di conseguenza,
unisce la sua voce ancora una volta a quella di tutti gli uomini di buona volontà
che accolgono, con grande speranza, la ripresa di trattative dirette, serie e concrete,
in modo che un ringiovanito processo di pace possa portare a migliori prospettive
per il futuro”.
Lo sguardo dell’osservatore vaticano si sposta poi inevitabilmente
sulla Siria e sui negoziati in corso in Svizzera. Nelle sue parole riecheggiano quelle,
tante, di Papa Francesco sulla vanità di uno scontro basato sulle armi e quelle, ribadite
dalla Santa Sede, per un immediato cessate-il-fuoco, per un altrettanto rapido sostegno
alle vittime del conflitto, dentro e fuori la Siria, per un sostegno internazionale
realmente interessato a ricostruire un futuro per questo Paese:
“May the
Geneva II talks (…) be an occasion… Possano i colloqui di Ginevra II (…)
essere l'occasione per una rinnovata riflessione sui criteri necessari per offrire
un nuovo inizio a questa bella nazione, lasciata in preda a un’indescrivibile distruzione
e alla perdita di vite umane! (…) L'urgenza di ricostruire la pace trionfi sulla soluzione
di altre questioni politiche e sociali, anche se tale ricostruzione certamente dovrà
comprendere nuove forme di partecipazione politica e di rappresentanza che garantiscano
la voce e la sicurezza di tutti i gruppi che chiamano la Siria loro casa”.
Non
c’è tempo per tentativi appena abbozzati o soluzioni di corto respiro, insiste mons.
Chullikatt. Che riconferma l’apprezzamento vaticano per i negoziati del Consiglio
di sicurezza e della Germania con l’Iran, per l’annosa questione nucleare, ma soprattutto
conclude con uno sguardo alla precarietà dei cristiani che progettano o hanno già
messo in pratica una fuga dal Medio Oriente, a causa della guerra in Siria ma anche
per i fondamentalismi che li minacciano:
“Interreligious dialogue and reconciliation… Saranno
necessari dialogo interreligioso e riconciliazione per ristabilire l'equilibrio nel
ricco e complesso pluralismo della società siriana. La Santa Sede è pronta a sostenere
tutte le comunità religiose nei loro sforzi per giungere a nuove comprensioni e al
ripristino della fiducia, dopo questi anni di violenza, di vendetta e recriminazioni”.