2014-01-23 15:41:03

Accordo Musei Vaticani-Enea per tutela del patrimonio culturale e ambientale


Siglato in Vaticano l’accordo tra Enea e Musei Vaticani in ambito di tutela dei beni culturali. Tra i punti chiave: le nuove tecnologie e la tutela dell’ambiente. In particolare, la Cappella Sistina sarà monitorata da un radar tridimensionale, progettato dall'Enea, che controllerà eventuali deterioramenti degli affreschi. Durante l’incontro, Federica Baioni ha intervistato il commissario di Enea, Giovanni Lelli, e Ulderico Santamaria, dirigente del Laboratorio Scientifico dei Musei Vaticani: RealAudioMP3

R. – Secondo noi, è un accordo emblematico, perché stigmatizza l’incontro fra le alte tecnologie, sviluppate per contesti diversi naturalmente dai beni culturali, con i beni culturali. Perché è emblematico? Perché si è riusciti veramente a far incontrare un’inespressa domanda di tecnologie per la conservazione, per la preservazione, per la diagnostica dei beni culturali, con l’alta tecnologia. E poter fare delle scansioni, a 25 metri di distanza, di volte – quindi di superfici tridimensionali, a colori – rappresentandole con una precisione del decimo di millimetro dà la possibilità di avere delle diagnostiche rapide su grandi superfici, senza mettere le impalcature e così via. Quindi, è una cosa molto, molto valida, che consente anche una maggiore fruizione dei beni culturali. E poi, ultima cosa, l’ingegnerizzazione a questo fine di questi dispositivi è anche un’occasione di promozione industriale, quindi di posti di lavoro. Noi siamo molto orgogliosi di questo.

D. – Dott.Santamaria, il privilegio storico è molto importante, perché c’è una continuità da quel gabinetto del ’35, quando i suoi predecessori iniziarono a fare ricerca, al giorno d’oggi, con questa collaborazione con Enea. Ci vuole parlare di questo lasso di tempo e di questo progresso che i Musei Vaticani hanno fatto ad oggi?

R. – I Musei Vaticani, proprio in questo, sono partiti dalla missione fondamentale, che è quella di utilizzare le opere d’arte per testimoniare la fede nel mondo. La Chiesa ha nei Musei Vaticani la sua sentinella. E’ molto importante che la tecnologia non prevalga, ma che si ponga in equilibrio. Il nostro studio non ha il fine di sviluppare una tecnologia che poi non porta benefici e utilità alla storia. Quindi, vogliamo usare la tecnologia per la storia e dagli anni ’30-’35 la tecnologia è entrata e sviluppiamo nuova tecnologia. Con questo accordo, pensiamo di poterne inventare, più che applicare soltanto, ancora di innovativa, non per il gusto dell’indagine, ma proprio perché abbiamo una missione che ci viene affidata dalla Chiesa.

D. – Si è parlato anche di un aspetto molto importante, che è quello ambientale. Mi soffermerei su questo punto, per capire quanto sia a cuore, questo aspetto ambientale, ai Musei Vaticani?

R. – E’ tantissimo a cuore, a cominciare appunto dall’interno dei Musei, ma anche dall’esterno, dove siamo interessati a tutelare la salute dei visitatori e delle opere d’arte e degli operatori, ma soprattutto a non dimenticarci che facciamo parte di un sistema più grande dei Musei. E tutto ciò che noi produciamo di inquinanti non rimane nei Musei o, viceversa, ciò che arriva da fuori può inquinare i Musei. Quindi, in questo contesto, stiamo sviluppando metodologie ecocompatibili, come i solventi “green”, che diventano quasi routine nei nostri lavori di restauro, ma anche nelle operazione dei laboratori. E non dimenticandoci mai, però, il rispetto dell’opera d’arte. E’ chiaro che non vogliamo danneggiare l’opera d’arte per salvare l’ambiente. Vogliamo non danneggiare nessuno: salvare l’ambiente e salvare le opere d’arte.







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