Pakistan: il desiderio dei cristiani di essere uniti nella vita quotidiana
“L’unità dei cristiani va oltre il culto, gli incontri e le dichiarazioni: deve avere
espressione tangibile nella vita di oggi giorno”: lo ha detto il vescovo anglicano
mons. Manu Romal Shah, emerito di Peshawar, rivolgendosi a un’assemblea ecumenica
di oltre 200 fra sacerdoti, suore, seminaristi, novizi e fedeli laici riuniti nei
giorni scorsi nella cattedrale cattolica del Sacro Cuore a Lahore in occasione della
“Settimana per l’unità dei cristiani” un servizio di preghiera inaugurale. Come riferito
a Fides, i cristiani pakistani, delle diverse confessioni, vivono con fervore l’appuntamento
annuale, verificando e riflettendo sul loro status nella società. Il vescovo ha spiegato:
“Qualunque sia la libertà di religione che abbiamo in Pakistan, è importante che noi
rendiamo la nostra unità visibile”. Essendo vescovo emerito di Peshawar, mons. Manu
Romal Shah ha ricordato il tragico attentato del 22 settembre 2013, quando due esplosioni
hanno fatto una strage nella “All Saints Church” di Peshawar. “I cristiani in tutto
il Paese hanno espresso grande solidarietà e hanno aiutato le vittime attraverso visite,
preghiere e sostegno finanziario. Ma non dovremmo avere bisogno di questi incidenti
o le difficoltà per mostrare la nostra unità: dovrebbe essere forte anche in tempo
di pace e di bene”, ha rilevato. L’arcivescovo cattolico di Lahore, mons. Sebastian
Francis Shaw, che ospitava l’incontro, ha parlato di “nuova Pentecoste”, apprezzando
e accettando “le differenza di ogni denominazione”. Mons. Shaw ha affermato che “quando
accettiamo il Signore come nostro creatore, allora possiamo facilmente avvicinarci
gli uni agli altri, perché ci riconosciamo come sue creature. Auspico che possiamo
riscoprire e rafforzare le nostre relazioni, per essere testimoni efficaci con i fedeli
di altre religioni in Pakistan”. (R.P.)