Nuove case al minimo storico. Vaciago: cantieri chiusi, segno di una crisi ancora
non superata
Sempre più grave la crisi del settore dell’edilizia in Italia. Dai nuovi dati diffusi
dall’Istat emerge un trend fortemente in negativo. Il numero delle nuove abitazioni
è ai minimi storici ed anche il campo dell’edilizia non residenziale fa registrare
un netto calo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
E’ una flessione
rilevante quella dell’edilizia residenziale: nel primo trimestre del 2013 rispetto
allo stesso periodo del 2012 – rileva l’Istat - si registra un calo del 37,2 per cento
dei permessi per costruire. Il numero di case dei nuovi fabbricati scende sotto le
15 mila unità per trimestre, raggiungendo il minimo storico. E’ consistente anche
la diminuzione nel settore dell’edilizia non residenziale, con quasi un terzo della
superficie in meno rispetto al primo semestre del 2012 (-31,6). Diverse le ragioni
di questo tracollo. L’economista Giacomo Vaciago:
R. – Sono tre le ragioni.
Una è più politica e generale: dai media è apparso chiaro che in quest’ultimo anno,
la casa, gli edifici, gli immobili sono stati giudicati la principale fonte di aumentata
tassazione. Non si parla d’altro che di Tares, Tasi e così via, cioè tutte tassazioni
del bene-casa. Questo, chiaramente, non fa bene all’economia. C’è un secondo discorso,
che non va sottovalutato: mentre nel mondo anglosassone, dove la crisi iniziò, la
politica monetaria è stata molto espansiva e quella liquidità ha fatto risalire i
prezzi delle case e, quindi e quindi l’occupazione – lo vediamo benissimo in America
e in Inghilterra – da noi è avvenuto il contrario: i prezzi tendono ancora a ridursi.
Terza osservazione: il credito bancario. E’ chiaro che in un momento in cui le banche
negano il credito e hanno bisogno di ridurre gli impieghi, prestare i soldi per comprare
casa a prezzi cadenti e con la tassazione sulla casa che è destinata ad aumentare
comunque, a prescindere dal prezzo a cui la paghi, è chiaro che le banche non sono
indotte a prestare credito.
D. – E questo è un settore cruciale: se non si
risolve la crisi dell’edilizia, probabilmente non si esce neanche dalla crisi economica
…
R. – Diciamo che è un settore che richiede attenzione. Fra l’altro – quarta
osservazione – la riduzione del debito pubblico si basa sulle ipotesi di dismissioni
di patrimonio immobiliare pubblico, come si fa a vendere case in una situazione così
depressa? Quindi, ci sono ulteriori problemi. E’ chiaro che finché non vedremo arrestarsi
la discesa dei prezzi delle case e riaprire qualche cantiere, vuol dire che la crisi
non è ancora superata.