Ginevra 2: il Jesuit Refugee Service chiede più sostegno ai profughi
Fare pressioni sul governo siriano e sull’opposizione per un cessate il fuoco immediato
e una soluzione negoziata; consentire l’accesso e l’opera delle organizzazioni umanitarie
sul terreno; aumentare il sostengo finanziario per i profughi: sono le raccomandazioni
che il “Jesuit Refugee Service” (Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati) invia alla
comunità internazionale, alla vigilia della Conferenza di Ginevra 2, al via ieri.
Il prezioso servizio del “Jesuit Refugee Service” (Jrs) in Siria si concentra principalmente
su due fronti: aiuti di emergenza per i più bisognosi e attività educative. Tali sforzi
intendono favorire la riconciliazione e migliorare la convivenza tra persone di diversa
estrazione socio-economica e di fede. Attualmente, il Jrs in Siria offre supporto
educativo e psicosociale a 9.800 fra bambini e donne. In totale, circa 200.000 persone
sono aiutati dal Jrs a Damasco, Homs, Aleppo e nelle zone costiere della Siria. In
una nota invita all'agenzia Fides, il Jrs, invita la comunità internazionale a “dare
priorità a sforzi diplomatici per concordare una tregua e raggiungere una soluzione
negoziata del conflitto. Questo processo – si afferma – deve includere la significativa
partecipazione di gruppi della società civile siriana, al di là delle differenze sociali,
religiose ed etniche”. Inoltre, prosegue il testo, “bisogna fare pressione sui belligeranti
perché consentano le operazioni umanitarie e tutelino personale impegnato nell’assistenza”.
Il Jrs chiede “di aumentare le risorse finanziarie destinate alle iniziative umanitarie
e che i paesi ospitanti cooperino con le autorità per contrastare la crescente discriminazione
e xenofobia”. (R.P.)