Conferenza sulla Siria: toni accesi ma si va avanti. L'appuntamento è domani a Ginevra
Toni accesi alla Conferenza di pace sulla Siria che si è aperta a Montreux. Si va
comunque avanti. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavorv, uno dei grandi protagonisti
dei negoziati siriani, ha confermato in serata che i delegati di Damasco e dell'opposizione
inizieranno colloqui diretti a partire da domani a Ginevra, colloqui che dovrebbero
durare almeno una settimana. Sul terreno, intanto, si registrano 9 morti, tra i quali
due bambini e due donne, secondo quanto riferito dagli attivisti anti-Assad dei comitati
locali. Il servizio di Marina Calculli:
Se nonostante
i cattivi auspici e le incertezze la conferenza di Montreux alla fine si è aperta,
è pur vero che i nodi da sciogliere si prospettano già ben più intricati del previsto.
I rappresentanti del regime e dell’opposizione si sono lanciati accuse pesantissime:
il ministro degli esteri siriano Walid Muallem ha accusato i rivali di connivenza
con i terroristi e poi, rivolto alle delegazioni, ha puntato il dito contro gli Stati
del Golfo: “hanno esportato il terrorismo in Siria con i loro petrodollari, hanno
le mani sporche del sangue siriano”. La replica di Ahmad Jarba, leader del Consiglio
Nazionale: “I siriani sono tutti vittime di Assad”. Ma il battibecco è andato avanti.
A John Kerry che nel suo intervento ha detto: “La transizione deve essere senza Assad.
Un uomo non può tenere in ostaggio un’intera regione”, Muallem ha replicato: “Nessuno
può decidere chi sarà il futuro presidente della Siria, a eccezione del popolo siriano”.
Assad come è noto si è ripresentato alle presidenziali del 2014. Una tensione alle
stelle persino con Ban Ki Moon, quando il segretario generale ha interrotto l’intervento
del ministro che aveva sforato i limiti di tempo. E nel fuoco di fila delle polemiche
si è inserita anche la Russia che ha criticato nuovamente le Nazioni Unite per aver
ritirato l’invito all’Iran.