Centrafrica: le nuove autorità al lavoro per la riconciliazione
Non si ferma il conflitto in Repubblica Centrafricana: altri dodici corpi di vittime
degli scontri armati sono stati scoperti a nord della capitale Bangui. Intanto martedì,
a Roma, presso la comunità di S. Egidio, rappresentanti del mondo politico e della
società civile centrafricana hanno ribadito l’impegno per la pace e il sostegno a
Catherine Samba-Panza, nuova presidente ad interim. Sul suo ruolo in vista
di una riconciliazione tra le fazioni, ascoltiamo, nell’intervista di Davide Maggiore,
il vicepresidente dell’autorità nazionale elettorale, Godefroy Mokamanede:
R. – L’élection
de madame Samba-Panza constitue à n’en point douter … L’elezione della signora
Samba-Panza costituisce senza alcun dubbio un punto forte nel processo di transizione.
Nel suo discorso inaugurale, parlando come “madre della nazione”, si è rivolta ai
diversi protagonisti armati chiedendo loro di deporre le armi; ha anche ricordato
di comprendere le grida che sgorgano dai cuori degli uni e degli altri e ha promesso
il suo impegno per riunificare tutti i figli e le figlie del Centrafrica.
D.
– Quindi sarà possibile una collaborazione della società civile con la signora Samba-Panza,
al fine di raggiungere finalmente la pace nel Paese?
R. – Oui, je crois que
la société civile était très en avant dans le processus, … Credo che la società
civile fosse già disposta a questo processo: infatti, posso dirle che non soltanto
la società civile è stata totalmente integrata nel processo di elaborazione dei criteri
per la designazione dei candidati, ma successivamente anche nel processo di discussione,
perché è stata sollecitata a confrontarsi con tutti i potenziali candidati per individuare
quale di loro incorporasse maggiormente la capacità di riportare la pace nel nostro
Paese. E credo che la società civile sia veramente determinata a lavorare, mano nella
mano, con la nuova presidente di transizione.
D. – Quale ruolo può svolgere,
d’altro canto, la comunità internazionale in questo processo?
R. – Aujourd’hui
la Rca a cette malchance de ne plus avoir d’Etat; donc … Oggi, purtroppo, la Repubblica
Centrafricana ha la sfortuna di non avere più uno Stato; per questo noi contiamo fermamente
sulla comunità internazionale affinché appoggino inizialmente le nuove autorità nel
loro impegno a riportare sicurezza e pace, e in un secondo tempo a ristabilire l’autorità
dello Stato su tutta la Repubblica e anche ad appoggiare lo Stato Centrafricano in
modo tale che esso possa impegnarsi in un vero processo di sviluppo. Affinché si attuino
i fondamenti per uno sviluppo durevole e vero e scompaia la miseria – uno dei mali
che la Repubblica Centrafricana conosce e che forma l’origine dalla quale partono
tutte le nostre crisi – noi ci aspettiamo di essere efficacemente accompagnati dalla
comunità internazionale.
D. – Per quanto riguarda la durata del periodo di
transizione, si potranno tenere elezioni “credibili” alla data prevista?
R.
– C’est le terrain qui commande, comme on dit. … Come si dice: il tutto sarà determinato
da quello che succede sul campo. Da una settimana, i membri dell’autorità nazionale
per le elezioni stanno visitando tutte le prefetture della Repubblica Centrafricana
per fare il punto della situazione. La prima tappa perché si possano svolgere elezioni
credibili e trasparenti è il censimento degli elettori. Ora, nel momento in cui vi
sto parlando, ci sono sfollati interni, ci sono rifugiati e noi stiamo riflettendo
per capire come procedere per far tornare a casa gli sfollati, prima di iniziare il
processo di censimento che è uno dei fattori determinanti per avere elezioni credibili
e trasparenti.