10.000 pellegrini alla veglia di preghiera a Washington prima della marcia per la
vita
Più di 10mila pellegrini hanno partecipato ieri sera al Santuario nazionale dell’Immacolata
Concezione di Washington all’annuale Veglia di preghiera, alla vigilia della 41.ma
Marcia per la Vita, l’ormai tradizionale appuntamento della Chiesa americana per ricordare
l'anniversario della sentenza “Roe vs Wade” della Corte Suprema che, nel 1973, ha
legalizzato l’aborto nel Paese. A presiedere la Messa di apertura, il card. Sean O’Malley
arcivescovo di Boston e presidente della Commissione episcopale per le attività pro-vita.
La Veglia è proseguita dalla mezzanotte nella cripta con le confessioni, la recita
del Rosario, la preghiera notturna e l'esposizione del Santissimo Sacramento. Quindi
la Messa conclusiva che sarà presieduta questa mattina da mons. Charles Chaput, arcivescovo
di Philadelphia, prima della marcia diretta alla Corte Suprema organizzata da diverse
organizzazioni pro-vita. La Veglia e la Marcia saranno il momento culminante della
seconda edizione della “Novena di preghiera e penitenza”, che in questi giorni sta
coinvolgendo tutte le diocesi statunitensi. Tra le varie iniziative previste la 10.ma
“Camminata per la Vita sulla West Coast” che si terrà il 25 gennaio a San Francisco
e alla quale sono attese 50mila persone. Il card. O'Malley nei giorni scorsi ha spiegato
che la sentenza del 1973 rappresenta l’esempio più evidente di quella che Papa Francesco
ha definito la “cultura dello scarto”. “Eppure – ha aggiunto – la nostra società relega
l'aborto a una questione di scelta personale, spesso negando persino il riconoscimento
della dignità umana dei bambini non nati”. Sulla questione politica che sta sullo
sfondo della marcia per la vita di quest'anno, il servizio di Fausta Speranza:
Quest'anno l'attenzione
si concentra soprattutto su una delle norme più contestate della riforma sanitaria
voluta da Obama: quella che impone a tutti i datori di lavoro i piani assicurativi
che prevedono anche la copertura per la contraccezione. Un passaggio che ha sollevato
proteste già nel corso della campagna elettorale del 2012, e che potrebbe alimentare
ora uno scontro ad alto livello istituzionale tra Casa Bianca e Corte Suprema. Con
una decisione a sorpresa, infatti, il 31 dicembre la giudice costituzionale Sonia
Sotomayor ha bloccato temporaneamente la contestata misura, a poche ore dalla sua
entrata in vigore, accogliendo il ricorso di un gruppo di suore di Denver, in Colorado.
Due le opzioni possibili: il ritiro della sospensiva con l'entrata in vigore della
norma, oppure il rinvio della questione a tutta la Corte Suprema, che vorrebbe dire
arrivare alla parola fine sulla vicenda solo tra qualche mese. L’aborto potrebbe essere,
dunque, un tema centrale dello scontro elettorale dei prossimi mesi.