Messaggio del Papa al Forum di Davos: intollerabile la fame nel mondo, tutelare bene
comune e dignità umana
Dignità dell’uomo, economia al servizio del bene comune, inclusione sociale, lotta
alla fame e attenzione ai rifugiati: sono questi i temi del messaggio inviato da Papa
Francesco al Forum economico mondiale, in corso a Davos, in Svizzera, fino al 25 gennaio.
Nel documento pontificio - indirizzato al presidente esecutivo del Forum, Klaus Schwab,
e letto dal card. Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace -
il Papa auspica che l’incontro diventi “occasione per una più approfondita riflessione
sulle cause della crisi economica” nel mondo. Il servizio di Isabella Piro:
Per molte persone,
la povertà è stata ridotta, ma ciò non basta perché persiste ancora “una diffusa esclusione
sociale”: parte da questa constatazione il messaggio del Papa per Davos, in cui si
sottolinea come tutt’oggi, “la maggior parte di uomini e donne continua a vivere ancora
una quotidiana precarietà, con conseguenze spesso drammatiche”. La politica e l’economia
devono, allora, lavorare alla promozione di “un approccio inclusivo che tenga in considerazione
la dignità di ogni persona umana ed il bene comune”. “Non si può tollerare – scrive
poi il Pontefice – che migliaia di persone muoiano ogni giorno di fame, pur essendo
disponibili ingenti quantità di cibo che spesso vengono semplicemente sprecate”. Allo
stesso modo, il Papa sottolinea che “non possono lasciare indifferenti i numerosi
profughi in cerca di condizioni di vita minimamente degne, che non solo non trovano
accoglienza, ma non di rado vanno incontro alla morte in viaggi disumani”. “Sono consapevole
che queste parole sono forti, persino drammatiche – nota il Papa – tuttavia esse intendono
sottolineare, ma anche sfidare” la capacità del Forum di fare la differenza. Quello
che occorre, ribadisce il Pontefice, è “un senso di responsabilità rinnovato, profondo
ed esteso da parte di tutti”, per “servire con più efficacia il bene comune e rendere
i beni di questo mondo più accessibili per tutti”. Facendo sue le parole di Benedetto
XVI nella Caritas in veritate, Papa Francesco sottolinea poi che l’equità non deve
essere solo economica, bensì deve basarsi su una “visione trascendente della persona”,
in modo che si possa ottenere “una più equa distribuzione delle ricchezze, la creazione
di opportunità di lavoro e una promozione integrale dei poveri che superi il mero
assistenzialismo”. Il messaggio del Pontefice si conclude con un appello forte: “Vi
chiedo – scrive – di fare in modo che la ricchezza sia al servizio dell’umanità e
non la governi”, nell’ottica di “un’etica veramente umana”, portata avanti da persone
“di grande onestà ed integrità”, guidate da “alti ideali di giustizia, generosità
e preoccupazione per l’autentico sviluppo della famiglia umana”. Giunto alla 44.ma
edizione, il Forum di Davos vede quest’anno 2.500 partecipanti, tra cui circa 40 Capi
di Stato e di governo. Non mancano il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e
il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. Presenti anche numerose
ong e diversi rappresentanti religiosi, cristiani, ebrei e musulmani. Per la Chiesa
cattolica, oltre al card. Turkson, si segnalano i porporati John Onayekan, arcivescovo
di Abuja, in Nigeria, e Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, nelle Filippine,
oltre all’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin.