2014-01-21 17:08:29

In Svizzera fervono i preparativi per la Conferenza di pace sulla Siria


Cresce l’attesa a Montreux, in Svizzera, dove domani si aprirà la conferenza di pace sulla Siria, teatro di una guerra civile che ha provocato, finora, più di 130 mila morti. L’obiettivo è di cercare una soluzione politica ad un conflitto che dura da quasi tre anni. L’agenzia Interfax riferisce di una telefonata “costruttiva”, alla vigilia del vertice, tra il presidente americano Barack Obama e il presidente russo Vladimir Putin. Intanto l’aereo con la delegazione siriana è rimasto bloccato, per diverse ore, ad Atene. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3
Dopo una sosta di 4 ore sulla pista dell'aeroporto di Atene, a causa di un mancato rifornimento di carburante all’aereo con a bordo la delegazione siriana, i rappresentanti del governo di Damasco sono arrivati in Svizzera, dove parteciperanno, domani, alla conferenza di pace, la cosiddetta ‘Ginevra 2’. A Montreux, oltre alle delegazioni di 30 Paesi e di 4 grandi organizzazioni internazionali, ci sarà anche la Coalizione nazionale siriana, che riunisce le forze d’opposizione. Al vertice, dopo la decisione dell’Onu di ritirare l’invito all’Iran, non prenderà invece parte la delegazione iraniana. Per il governo di Teheran si tratta di un’esclusione che riduce le possibilità di una soluzione politica al conflitto. Per la Russia la decisione delle Nazioni Unite, accolta con soddisfazione dall’opposizione siriana, è un errore ma non una catastrofe. Alla vigilia del vertice, intanto, l’organizzazione umanitaria Save the Cildren auspica che la protezione dei bambini sia tra le priorità della conferenza. Finora, sono più di 11.000 i bambini morti nel conflitto. Secondo fonti dell’opposizione, infine, almeno 10 persone sono rimaste uccise in seguito ad un raid aereo compiuto dalle forze governative ad Aleppo.
Il negoziato, di fatto, riparte da dove si era fermato il primo, "Ginevra 1", concluso con l'obiettivo di dar vita a un governo provvisorio riconosciuto da entrambe le parti. Per una valutazione sulla Conferenza Ginevra 2, Salvatore Sabatino ha intervistato Camille Eid, esperto di questioni mediorientali del quotidiana “Avvenire”: RealAudioMP3

R. – E’ già un buon inizio l’aver aperto questa Conferenza, perché dopo gli ultimi sviluppi riguardo alla partecipazione dell’opposizione siriana, oppure l’invito rivolto all’Iran e poi ritirato, lì c’era proprio il rischio di non riuscire a riunire le parti, domani. Adesso è chiaro che il tempo stringe, l’opposizione siriana non ha ancora comunicato i nomi dei suoi rappresentanti mentre la delegazione ufficiale siriana è nota da alcuni giorni; bisognerà vedere se sarà possibile poi procedere come prestabilito da Stati Uniti e Russia, per riunire nella stessa sala – almeno a Ginevra, non nei primi due giorni – le due delegazioni e arrivare a dare vita a quell’organismo o governo transitorio che porti alla nascita di una nuova Siria.

D. – I nomi della delegazione del regime siriano sono già stati annunciati, come dicevi tu, qualche giorno fa. Si può capire quale sarà la strategia di Assad?

R. – Sì. La maggior parte di questi personaggi appartengono al mondo diplomatico e informatico, quindi lavorano o al ministero degli esteri oppure presso i media siriani – governativi, chiaramente; credo che comunque dietro a questi personaggi ufficiali, che sono nove, ci siano sette “consiglieri”, così li chiamano, o “delegazione tecnica”, che giocheranno un ruolo apparentemente poco importante ma comunque sono i veri attori di Assad, nel senso che sono gli uomini di fiducia che Assad ha sempre utilizzato per avere informazioni accreditate su quello che accade. Tutti questi personaggi – in totale 16 persone – comunque non avranno potere decisionale prima di essersi consultate con lo stesso Assad su qualsiasi punto.

D. – Quindi i tempi saranno abbastanza lunghi … ma al di là di riuscire a dare vita ad un governo provvisorio, credo che realisticamente si dovrà cercare di siglare delle tregue locali, per esempio per Aleppo, dove la situazione è davvero terribile: è, questo, un obiettivo secondo te raggiungibile?

R. – Se non è raggiungibile, bisogna inventare qualcosa per dare l’impressione che si è riusciti a raggiungere qualche risultato, perché uscire senza alcuna risoluzione sarebbe drammatico; oppure, bisognerà fare di tutto per costruire la fiducia tra le due parti: è la prima cosa da fare tra opposizione e governo. Io la vedo un po’ dura, nel senso che ci sono state ultimamente dichiarazioni anche di membri dello stesso governo siriano che dicono: ‘Ci vorrà una ‘Ginevra 3’ e una ‘Ginevra 4’ e una ‘Ginevra 10’ …’. Staremo a vedere. Siamo fiduciosi. Soprattutto grazie alle pressioni che eserciteranno Stati Uniti da una parte, sull’opposizione, e la Russia sulla Siria, per arrivare a un compromesso.

D. – Una delle delegazioni più importanti presenti a Ginevra sarà quella libanese, che sarà guidata dal ministro degli esteri ad interim, Mansour. Il Libano svolge comunque un ruolo centrale nella Conferenza perché, come abbiamo visto anche dagli ultimi fatti, dagli ultimi attentati, è colpito direttamente da ciò che sta accadendo in Siria. Qual è il ruolo e il peso del Libano in questa conferenza?

R. – Su questo ruolo ho delle perplessità, sinceramente sulla stessa figura di Mansour, che come ministro degli esteri ha sempre preso posizione a favore del regime siriano, nonostante la posizione ufficiale dello Stato libanese sia quella di tenersi fuori dal conflitto; e questo l’ha sottolineato più volte anche lo stesso presidente libanese Michel Suleiman. Staremo a vedere non tanto per quanto riguarda la partecipazione, perché il Libano è spaccato al suo interno: ultima prova ne è questa serie infinita di attentati e degli scontri che si sono rinnovati ieri nella città settentrionale di Tripoli.








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