2014-01-21 11:41:41

"Ginevra 2": le Chiese cristiane siriane lanciano una campagna di preghiera


I leader delle Chiese cristiane in Siria hanno lanciato una rinnovata campagna di preghiera per sostenere gli sforzi di pace in vista della Conferenza di Ginevra 2 , auspicando la fine della guerra e passi concreti verso la riconciliazione nazionale. In un messaggio inviato all'agenzia Fides, Gregorio III Laham, patriarca melkita di Damasco, invita i cristiani siriani a raccogliersi in preghiera per il successo della Conferenza, esortando nel contempo tutti cristiani del mondo a unirsi a questa intenzione: “Preghiamo per una vera riconciliazione a Ginevra 2”, afferma nel messaggio giunto a Fides, notando che “la chiave per il successo della Conferenza è una riconciliazione nazionale basata sulla fede, sui fondamentali diritti umani, sullo specifico volto e sui valori peculiari del popolo siriano”. Dalla Conferenza di Ginevra 2 ci si attende l’istituzione di un “governo di transizione” che potrebbe includere rappresentanti del governo in carica e rappresentanti dei gruppi di opposizione. Fra le numerose difficoltà che affronta la Conferenza di Ginevra 2, vi è quella di sapere e decidere chi rappresenta veramente la popolazione siriana e quali Paesi dovrebbero essere invitati a partecipare. Come rileva un nota inviata a Fides dall’organizzazione “Middle East Concern” (Mec), con sedi in tutto il Medio Oriente, “la violenza continua a imperversare in molte parti della Siria, causando morte, lesioni e traumi, insieme a severe restrizioni per l’accesso al cibo e alle cure mediche. La crisi umanitaria è oggi un problema almeno quanto la violenza del conflitto, mentre sono documentate atrocità commesse dai diversi attori sul campo”. Mec ricorda la piaga dei sequestri e specifici casi di persecuzione, cioè di “violenza religiosamente motivata sui cristiani”. La Ong invita tutti i fedeli del mondo a unirsi ai cristiani siriani nella preghiera perché la Conferenza ponga fine alla crisi in Siria e affinchè i delegati abbiano come priorità i bisogni e il bene del popolo siriano. L’auspicio espresso, inoltre, è che siano prese in considerazione le urgenze dei milioni di siriani sfollati all’interno della nazione o nei Paesi confinanti. (R.P.)







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