Centrafrica: Catherine Samba Panza eletta nuovo Presidente ad interim
Catherine Samba Panza, sindaco di Bangui, e' stata eletta ieri nuovo Presidente ad
interim della Repubblica Centrafricana. Lo ha comunicato il Consiglio nazionale di
transizione. Samba Panza, che sara' la prima leader donna della nazione, ha vinto
il ballottaggio contro Desire Kolingba, figlio di un ex presidente, ottenendo 75 voti,
contro i 53 di Kolingba. Da dicembre si e' aggravato il conflitto nel Paese, teatro
di scontri tra milizie islamiche e cristiane, e centinaia di persone hanno perso
la vita. Cedendo alle pressioni dei leader dei paesi membri della Comunita' Economica
degli Stati dell'Africa Centrale (Ecowas), dieci giorni fa avevano annunciato le
loro dimissioni Michel Djotodia e Nicolas Tiangaye, dalla carica di Presidente ad
interim e primo ministro. L'Unione europea ha approvato una missione militare nel
Paese, in appoggio a quella africana e francese già in corso, mentre i Paesi donatori
- riuniti a Bruxelles - hanno promesso 500 milioni di dollari per il 2014. Domenica
la Croce Rossa internazionale e quella centrafricana hanno annunciato la scoperta
di una cinquantina di corpi tra Bangui e il confine col Camerun. Della situazione
nella capitale, dove attualmente sono presenti le milizie anti-Balaka, ci parla padre
Aurelio Gazzera, missionario carmelitano in Centrafrica, intervistato da Giada Aquilino:
R. – Da due
o tre giorni cerchiamo di calmare gli anti-Balaka, che sono entrati in città e hanno
saccheggiato un po’ tutto: i negozi degli arabi, le case. Ed ora che hanno saccheggiato
tutto, stiamo cercando di rasserenare gli animi, ma sono minacciosi, sono tanti ed
è veramente una situazione difficile.
D. – Perché stanno attaccando le attività
commerciali?
R. – Per un sentimento di vendetta nei confronti della popolazione
musulmana, per ciò che è successo in questi mesi, e poi semplicemente per rubare.
D.
– In queste ore la situazione appare fuori controllo. Quale sarà il primo compito
del nuovo presidente del Consiglio nazionale di transizione?
R. – Sarà molto,
molto dura. Bisogna vedere che forza avrà e soprattutto cosa riuscirà a fare. Sta,
infatti, saltando un po’ tutto nel Paese. Qui i Seleka sono partiti e gli anti-Balaka
hanno preso la città, ma abbastanza pacificamente, perché non ci sono stati morti,
per fortuna. A Bokaranga, invece, hanno preso la città, ci sono stati morti e case
e quartieri bruciati. A Bouar ci sono minacce e a Bossemptele, che si trova a 90 chilometri,
sanguinose violenze. Tutto il Paese, quindi, sta prendendo fuoco, anche perché le
dimissioni dell’ex presidente sono state tardive. Bisogna vedere se il nuovo presidente
avrà capacità, coraggio e sufficiente appoggio per poter fare qualcosa.
D.
– La Croce Rossa ha annunciato la scoperta di 50 corpi, tra Bangui e il confine con
il Camerun. Si tratta di vittime di quale violenza?
R. – Spesso sono vittime
degli scontri tra anti-Balaka e Seleka o anche degli attacchi contro i civili musulmani.
Purtroppo c’è talmente tanto risentimento che poi è difficile calmare gli animi.
D.
– A Nord-Est di Bangui, nelle ultime ore, centinaia di musulmani si sarebbero rifugiati
in una parrocchia, per sfuggire alle violenze...
R. – Sì, verso Boali, ma è
ciò che è accaduto in tanti posti. Anche noi li stiamo assistendo in un quartiere
di Bozoum: ieri abbiamo portato acqua, riso, cerchiamo di dar loro una mano come possiamo.
D.
– In questo momento, cosa cercate di comunicare alla gente?
R. – Continuiamo
a dire a tutti di stare calmi, di lavorare per il perdono e la riconciliazione e di
cercare di pensare a ricostruire. Oggi noi abbiamo riaperto le scuole, ma nelle altre
in città sono ancora chiuse. Questo è quello che cerchiamo di fare, ma non è così
facile. Ci vuole ancora molto tempo prima di riuscire a riavere la pace.