2014-01-20 07:50:39

Ucraina: proteste e scontri, 150 feriti. Janukovich accetta il negoziato con i filo-europeisti


Dilaga la protesta 'europeista' in Ucraina. Almeno 150.000 persone si sono radunate dietro le barricate di piazza Maidan a Kiev per ribadire il “no” al presidente Janukovich ed al suo accordo con la Russia e per manifestare contro un pacchetto di leggi che, tra l'altro, inasprisce le pene per chi partecipa a dimostrazioni non autorizzate. Violenti gli scontri, con un bilancio di almeno 150 feriti, fra cui 70 poliziotti. Sentiamo Giuseppe D’Amato:RealAudioMP3

Dopo i gravi incidenti della serata il presidente Janukovich ha accettato di negoziare con i filo-europeisti, creando un “gruppo di lavoro”. L’obiettivo è di allontanare lo scontro dalle strade. “Qui si rischia la guerra civile”, aveva detto preoccupato il leader di Udar, Vitalij Klitschko, uno dei leader della protesta. A Kiev si è assistito a scene di guerriglia urbana. Anche in Parlamento non si riesce a discutere e la battaglia è con continui colpi bassi. Nei giorni scorsi alla Rada si è assistito ad un'ennesima rissa tra deputati. La maggioranza filo-presidenziale è comunque riuscita a far passare una legge contro le manifestazioni pubbliche e la finanziaria per il 2014. Ecco quindi la necessità di un confronto diretto tra le parti, mentre gli Stati Uniti valutano l’assunzione di sanzioni contro le autorità ucraine “in risposta all’uso della violenza”. L’Unione europea invita le parti alla calma ed al negoziato.


Sull’attuale momento vissuto dall’Ucraina, ascoltiamo mons. Boris Gudziak, vescovo dell'Eparchia ucraina di San Volodymyr a Parigi, intervistato da Laura Ieraci:RealAudioMP3

R. – Le proteste sono molto più che una reazione al rifiuto europeo da parte del governo ucraino. Per capire bene la situazione del Paese, è importante sapere che la storia del 20.mo secolo, in Ucraina, è stata proprio tremenda. Diciassette milioni di persone sono state uccise, in un modo o in un altro, durante tutto il secolo. Questo è, dunque, un movimento di dignità, di libertà, non solo politica ma antropologica, psicologica e spirituale. Milioni di persone hanno già partecipato negli ultimi due mesi a questo movimento del maidan, che vuol dire “piazza”, diffuso in tutta l’Ucraina. E’ un fenomeno attraverso il quale gli ucraini manifestano il desiderio di vivere in un altro modo.

D. – Come sono coinvolte le Chiese in Ucraina in questo movimento?

R. – Le Chiese sono, più o meno, tutte presenti. L’8 dicembre scorso, il Consiglio delle Chiese e le organizzazioni religiose ucraine hanno presentato una dichiarazione pubblica comune. In essa, si dichiara che il presidente dovrebbe ascoltare la gente, che non si può far ricorso alla violenza e che il Paese non dovrebbe essere diviso. I leader ecclesiastici hanno richiamato tutte le parti al dialogo, indicando proprio nel dialogo l’unica via d’uscita da questa crisi. Seguendo, dunque, le parole di Papa Francesco – il pastore abbia addosso "l’odore delle pecore" – la Chiesa in Ucraina cerca di essere vicino alla gente. E in queste settimane, centinaia di sacerdoti sono presenti, pregando, ascoltando le confessioni. Ogni giorno, comincia con una preghiera ecumenica, cosa che non ha precedenti. La preghiera è, dunque, pubblica in un Paese con diverse religioni che però agiscono insieme. E’ un maidan di gioia, è un’espressione di quanto è scritto nel Vangelo.

D. – Abbiamo sentito, però, delle intimidazioni, delle minacce da parte del governo ai cittadini e pure adesso alla Chiesa...

R. – Per la Chiesa ucraina greco-cattolica, non è una novità. Durante il 20.mo secolo, dal ‘45 all’ ‘89, tutti i vescovi sono stati arrestati e la Chiesa era clandestina. Così è stata ridotta, attraverso questa persecuzione, a 320 sacerdoti, ma ha mantenuto intatti i suoi principi. Quando è uscita dalla clandestinità, nell’89, la Chiesa ucraina greco-cattolica aveva un’autorità morale singolare nel Paese. E’ stata anche molto dinamica in questi anni. Se un tempo aveva 300 sacerdoti, con un’età media di 70 anni, oggi ha tremila sacerdoti con un’età media di 40 anni. Nonostante sia una Chiesa minoritaria, avendo cinque milioni di fedeli in un Paese di 46 milioni, probabilmente la Chiesa ucraina greco-cattolica è l’organismo più grande nella società civile. Questa minaccia, dunque, è una minaccia molto seria e c’è una grande tensione, con il controllo dei media, che è già cominciato. Le autorità di governo possono infatti cercare di controllare anche le Chiese.







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