2014-01-20 08:58:44

Turchia. 8 anni fa l'uccisione di don Santoro. Il card. Ruini: esempio di missionario che si dona al prossimo


Uno sparo, un proiettile che trapassa i polmoni, un uomo che si accascia all’improvviso: moriva così, 8 anni fa, don Andrea Santoro, sacerdote fidei donum della diocesi di Roma. Era il 5 febbraio 2006 e don Santoro era a Trabzon, in Turchia, Paese in cui operava come missionario. La morte – per la quale è stato arrestato e condannato un ragazzo di 16 anni – lo colse mentre pregava nella Chiesa locale intitolata a Santa Maria. “Don Andrea ci ha dato una grande testimonianza”, afferma il card. Camillo Ruini, all’epoca vicario per la diocesi di Roma, in un’intervista rilasciata al Centro missionario diocesano della capitale. Era un “missionario che sa di dover uscire da se stesso per andare agli altri – continua il porporato - e sa anche che questa è un’uscita che costa perché ci chiede di rinunciare a noi stessi, per poterci donare veramente ai nostri fratelli”. Il card. Ruini indica, quindi, due insegnamenti lasciati da don Santoro: “L’essere consapevoli e convinti che la missione e l’evangelizzazione sono opera di Dio ben prima che nostra” e “il radicarsi nella Chiesa di Roma, compresa e vissuta non solo nel suo oggi ma in tutta la sua storia”. In un contesto come quello attuale, in cui “il dialogo può apparire difficile, quasi soffocato dai fondamentalismi e dalle violenze”, conclude il porporato, il confronto “è una necessità storica, un imperativo etico che, per noi cristiani, sgorga dal grande comandamento di amare il prossimo come noi stessi”. Per ricordare don Santoro, la diocesi di Roma ha in programma due eventi: dal 3 al 6 febbraio, si terrà un pellegrinaggio a Trabzon, guidato da mons. Guerino Di Tora, vescovo ausiliare, mentre il 5 febbraio, alle 19.00, nella Chiesa romana di Santa Croce in Gerusalemme, il card. Ruini celebrerà una Santa Messa in suffragio del defunto sacerdote. (I.P.)







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