2014-01-20 08:18:34

Thailandia: la protesta scossa da un altro attentato


Cresce la tensione in Thailandia, in vista delle elezioni anticipate del 2 febbraio. Un nuovo attentato esplosivo ha scosso domenica la protesta anti-governativa in corso da oltre due mesi a Bangkok, causando almeno 30 feriti. La doppia deflagrazione giunge a 48 ore di distanza da un’altra bomba lanciata contro un corteo dei manifestanti, costata la vita a una persona. Da Bangkok, Stefano Vecchia:RealAudioMP3

Dopo altre vittime nel fine settimana, la Thailandia comincia a credere che i tempi della sua crisi non saranno brevi e che, soprattutto, non saranno pacifici. Mentre il governo sta pensando di imporre una versione radicale della legge d'emergenza che consenta di ordinare lo scioglimento delle manifestazioni e ai militari di attuarlo, l'opposizione chiama da oggi al blocco di ogni attività governativa nelle sue roccaforti attorno alla capitale e nel Sud del paese. Ieri due esplosioni di granate tra i manifestanti raccolti attorno al Monumento alla Vittoria hanno provocato 28 feriti, tra cui alcuni gravi. Si è trattato del secondo attentato del genere, dopo quello di venerdì con 38 anti-governativi feriti e uno ucciso, ma ormai ogni notte – e così è stato anche in quella trascorsa – è uno stillicidio di intimidazioni a colpi di arma da fuoco e lancio di piccoli ordigni esplosivi contro i presidi degli anti-governativi che cercano di bloccare le attività del governo e di raccogliere attorno a sé il malcontento verso l'esecutivo. Un esecutivo che continua a sostenere la sua volontà di arrivare al voto anticipato del 2 febbraio ma si trova davanti anche la crescente ostilità di parte dei suoi elettori e dalla sua maggioranza. Da un lato, contadini in agitazione perché da mesi non ricevono i pagamenti promessi per la cessione di riso al governo, costringendo le autorità a mosse finanziarie che rischiano di portare a nuove sanzioni e nuove accuse di abuso di potere verso premier e ministri; dall'altro movimenti interni alla coalizione al potere che puntano ora a propri programmi in senso moralizzatore. La protesta, che mantiene sette presidi fissi in altrettanti incroci strategici della città, continua intanto nel tentativo di costringere il governo alle dimissioni, variando gli obiettivi delle iniziative e delle marce. Oggi Bangkok prova a riaprire uffici pubblici e scuole, ma nessuno osa scommettere sulle prospettive di normalità di questa metropoli che va perdendo la tradizionale vitalità e vede declinare il numero dei visitatori.

Ultimo aggiornamento: 21 gennaio







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