Papa Francesco : "Difendiamo i migranti dai mercanti di carne umana"
"Vorrei ringraziare
coloro che lavorano con i migranti per accoglierli e accompagnarli nei loro momenti
difficili, per difenderli da quelli che il beato Scalabrini definiva 'i mercanti di
carne umana', che vogliono schiavizzare i migranti!". Queste parole di Papa Francesco,
pronunciate dopo l'Angelus di domenica 19 gennaio, in occasione della Giornata mondiale
del migrante e del rifugiato, richiamano uno dei temi sociali ricorrenti del suo magistero
quello della 'tratta di persone'. Al n° 211 della 'Evangelii Gaudium' Francesco afferma:
"Nelle nostre città è impiantato questo crimine mafioso e aberrante, e molti hanno
le mani che grondano sangue a causa di una complicità comoda e muta". "Sono parole
che colgono appieno la drammaticità di un fenomeno che sta esplodendo nelle nostre
città e nei nostri paesi", spiega Tiziana Bianchini, responsabile prostituzione
e tratta del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, (CNCA)."Non
possiamo che essere d'accordo sull'urgenza di contrastarlo". "In questi anni, attraverso
l'attività delle associazioni e delle cooperative federate con noi e i percorsi giudiziari
avviati dalle denunce delle vittime della tratta, abbiamo incontrato uomini e donne,
italiani e stranieri, che organizzano il traffico, lo sfruttamento, la schiavitù,
la coercizione delle vittime della tratta. Abbiamo anche incontrato, soprattutto nel
campo del grave sfruttamento del lavoro, persone italiane socialmente ben integrate
che sono, spesso consapevolmente, conniventi a tutto questo sistema di sfruttamento.
Quindi abbiamo visto in faccia i mercanti di carne umana di cui ha parlato Francesco".
"Giovedì notte le nostre unità di strada - racconta Giovanni Ramonda, responsabile
generale della Comunità Papa Giovanni XXIII - hanno incontrato una mamma marocchina
di 19 anni con una bimba di 4 anni, giunta da 3 settimane in Italia, attraverso la
Spagna. A tradimento, in una grande città del Nord Italia, le è stata sottratta la
figlia ed è stata obbligata a prostituirsi davanti a un grande centro commerciale
con un debito da pagare di 55 mila euro e la possibilità di vedere la figlia solo
la domenica mattina. All'inizio pensava fossimo clienti, poi, quando ha capito
chi eravamo, è scoppiata a piangere e ci ha detto di aver paura per sua figlia. Dopo
qualche ripensamento ce l'ha fatta: è scappata da un'organizzazione creata da una
'Maman' nigeriana e da un italiano. Dunque è vero - come dice il Papa - che anche
le nostre mani grondano sangue. Ma dobbiamo lavorare con le altre organizzazioni e
con le istituzioni per combattere la tratta e sostenere questo cammino di liberazione.
Per questo - spiega Ramonda - il 7 marzo saremo a Roma per una grande manifestazione
dedicata alle donne che sono riuscite a liberarsi e a ritrovare dignità e lavoro".
(a cura di Fabio Colagrande)